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τούτο προσπάθησε τουλάχιστον όσο μπορείς:
Μη την εξευτελίζεις.

Σάββατο 28 Ιουλίου 2012

GIAPPONE........ (JAPAN)

GIAPPONE
VIAGGIO VIRTUALE TRA ATMOSFERE, SUONI E SAPORI.
KANGEI....... (BENVENUTI).......

La forza principale del Giappone sta nelle sue donne, uniche al mondo. Sono le donne che, col sacrificio della loro vita, rinunziano a tutto, alleggeriscono l'esistenza e danno la serenità e la forza agli uomini.

Ma YES... cominciamo così il nostro viaggio nel paese del Sol Levante... con questa frase che susciterà fastidio in alcuni animi e sollievo in altri... mentre il rumore degli zoccoli altra nota dominante del Giappone.... riempie il cervello... molto difficile da capire questo "mondo"per noi occidentali... così utopico da renderlo proibito, affascinante,irreale, ...si perché tutto nel paese nipponico si svolge secondo un programma molto ben elaborato... le città e i quartieri sono suddivisi a seconda di quello che si cerca...per esempio cerchi distrazioni... mmmhhh i giapponesi hanno costruito il quartiere dei divertimenti appositamente... dove sono ammucchiati... cinema... teatri... caffè,   sale da gioco... etc...


Sin dai tempi antichi, il Giappone ha importato le culture avanzate dalla Cina e dalla Corea inizialmente, dall'Europa e dall'America nella eta moderna. Comunque non e` mai stata governata dalle altre nazioni. La posizione geografica del Giappone come isola, dava al paese una grande importanza. La storia del Giappone e` stata da sempre caratterizzata dal mantenimento dell'equilibrio tra l'assorbimento delle culture straniere e il mantenimento dell'individualità nazionale.
La sua storia è caratterizzata da periodi di isolamento e da influenze radicali dal mondo esterno, la cultura moderna risulta pertanto essere una miscela di influenze esterne e sviluppi interni.

La cultura giapponese  ha subito, nel corso dei secoli cambiamenti, da una cultura originaria, detta Jomon, a quella attuale, insieme di influenze asiatiche, europee e nordamericane.
Il Giappone è sempre stato sinonimo di armonia e di equilibrio, due cose che ogni giapponese  sembra ricercare nel corso di tutta la vita....ai giorni nostri sembra che la globalizzazione che ha incontrato questo paese abbia estirpato questi principi, ma visitando il Paese del Sol Levante ci si accorge di come riescano a convivere grattacieli e parsimonia, centri commerciali e meditazione...

Il Giappone vive ancora seguendo l'etica dei samurai
...etica incorruttibile, spirito di sacrificio, abilità, forza: i guerrieri del Sol Levante ancora oggi esercitano un fascino enorme sul mondo occidentale...
 

Il samurai è la prima figura che riporta alla mente la cultura orientale.
Paragonarlo al guerriero feudale sarebbe poca cosa, perché – almeno nei suoi tratti originari – il samurai aveva un’ideologia particolare, che gli impediva di uscire dagli schemi e di comportarsi senza onore. Anzi, dell’onore aveva fatto il suo caposaldo e il suo obiettivo di vita.
Il codice di leggi che il samurai faceva proprio si chiamava bushido... letteralmente significa “la via del guerriero”....
si tratta di un codice di condotta, non soltanto di regole marziali... che sia applicato sul campo di battaglia vero e proprio (la guerra) o nel campo di battaglia figurato (il lavoro, la famiglia, l’interazione con la società) il concetto è sempre lo stesso e vale la pena di paragonarlo al nostro modo di vivere.Nel bushido si esaltavano dunque i valori che un samurai doveva dimostrare a se stesso e pubblicamente. Possiamo riassumerli in sette punti.

RETTITUDINE (GI): intesa come onestà e senso di giustizia.

CORAGGIO (YU): inteso come... una volta scelto di agire non si torna indietro. La resa non è contemplata.

SOLIDARIETÀ (JIN): intesa come pietà nei confronti del più debole.

RISPETTO (REI): inteso come cortesia e il rispetto nei confronti di un uomo è essenziale, anche se si tratta di un nemico.

SINCERITÀ (MAKOTO): intesa come quello che dice deve essere già di per sé una promessa e chiunque sarà certo che l’intento da lui mostrato sarà portato a termine.

ONORE (MEIYO): inteso come cercare di raggiungere la perfezione; il dimostrare la propria condizione (che deve essere buona).

LEALTÀ (CHUGI): intesa come il samurai era legato a chiunque decidesse di proteggere.

Ma il mio amore per il paese del Sol Levante, comincia così per caso, con l'ingresso ad un ristorante giapponese... e dopo il primo sushi... lo sashimi, la prima tempura... l'armonia tra i sapori... e l'eleganza dei modi... non potevo che esserne rapita e la mia curiosità mi spinse a voler sapere  sempre di più...

La cucina giapponese ha delle radici e  delle tradizioni secolari e particolari... scopriamo perché...
La raffinatezza e l’eleganza dei piatti giapponesi non sono “complementi di arredo” ma parte integrante della preparazione; i giapponesi sostengono che... si mangia prima con gli occhi e poi con la bocca.......si è un'arte  autentica che ha essenzialmente tre caratteristiche principali: bellezza, freschezza e salute... ma io ne aggiungo due... passione ed erotismo...
Il cibo è nutrimento e vita, è cura e attenzione, è socialità e comunicazione... cucinare diventa quindi un atto profondamente creativo, giocoso, rassicurante, in cui ogni fase della realizzazione di una ricetta diventa un momento prezioso, da godere da soli o condividere con gli altri: preparare gli ingredienti, manipolare la materia, attendere la cottura, assaggiare. Fino al momento più bello e più atteso, quello del convivio.

body sushi
CONTRARI... FAVOREVOLI ?...

Il sushi è la pietanza giapponese più famosa nel mondo, oltre che uno dei piatti più popolari tra i giapponesi stessi, che sono soliti gustarlo in speciali occasioni, durante il periodo di Edo, il termine sushi era riferito ai pesci marinati conservati sott' aceto. Al giorno d'oggi il sushi può essere definito come piatto che contiene riso che è stato preparato con un particolare tipo di aceto, l'aceto da sushi appunto. Ci sono molti tipi differenti di sushi. Alcuni tra i più popolari sono: NIGIRI, GUNKAN, NORIMAKI, TEMAKI, OSHIZUSHI.
SUSHI come stile di vita allora?
PROVATE A MANGIARE GIAPPONESE AD UN BANCHETTO CONDITO CON LE ARTI SENSUALI E BEN ADDESTRATE DI UNA GEISHA.....IL RISULTATO E' SORPRENDENTE.
CIBO, MAGIA,ELEGANZA, GRAZIA, PROFUMO,  COLORE... TRANQUILLITÀ... E' IL GIOCO DEI SENSI.


La Geisha è un'intrattenitrice professionista che pratica le arti giapponesi tradizionali ai banchetti. Le ragazze che desiderano diventare un geisha, devono passare per un apprendistato rigido durante il quale imparano le varie arti tradizionali quali suonare strumenti, il canto, ballare, ma anche la conversazione ed altre abilità sociali. A Kyoto, le apprendiste geisha sono chiamate "maiko". La Geisha è vestita con un kimono e la sua faccia è dipinta di un bianco uniforme . Come turista comune, potete potete incontrare una maiko in alcuni distretti di Kyoto, quali Gion e Pontocho o nel distretto delle Geisha di Higashi del Kanazawa.
La geisha di solito vive in una tipica casa chiamata "Okiya". Le giovani maiko devono scegliere fin da giovanissime la carriera di geisha, che comprende scuole specializzate sin dall'equivalente della nostra scuola media.Il disinteresse crescente per le arti tradizionali giapponesi e l'elevato costo di assunzione delle geisha ha portato questa occupazione tradizionale diventare quasi dimenticata e ormai relegata come attrazione turistica, fatta eccezione per quelle poche geisha famose che hanno un elevato status sociale. Al contrario di quanto diffuso nell'immaginario occidentale, la geisha non ha nulla a che fare con il mondo della prostituzione.


Il Giappone è un luogo incantevole dalla cultura meravigliosa, ancora in parte misteriosa e spesso sconosciuta. Negli ultimi anni la cultura giapponese si è diffusa in tutto il mondo basti pensare all’interesse di molti per i manga, o agli appassionati di cucina giapponese. Ma contrariamente a quanto si pensi il Giappone non è solo “sushi e geisha”, come si tende spesso a fare, è una nazione dalla tradizione secolare e spesso difficile da condividere per chi non la conosce profondamente. In Italia la cultura giapponese è molto apprezzata ma ancora troppo poco conosciuta tuttavia sono già tanti a volersi accostare alla cultura nipponica a partire dalla lingua. Il giapponese risulta per gli italiani molto difficile, esso ha infatti un sistema di scrittura diverso dal nostro, basato sugli ideogrammi cioè la parola non è data dalla combinazione di lettere alfabetiche ma è data da un simbolo.

Il Giappone, dapprima sottoposto all'influenza culturale cinese, ne assorbì lentamente la scrittura, dando origine ad uno dei sistemi di scrittura più complicati tuttora in uso.
I segni ideografici cinesi, di volta in volta, potevano essere usati come ideogrammi, esprimendo un'idea in qualche modo vicina all'oggetto rappresentato dal carattere, o come segni fonetici, assumendo il suono della parola cinese equivalente.
A questo si aggiunga che, nei secoli, la lingua cinese variava nella pronuncia e quindi agli stessi segni venivano attribuiti in giapponese nuovi valori fonetici.
Verso il IX secolo, infine, una serie di segni prese un valore puramente fonetico: ogni segno rappresentava il suono di una sillaba, e più suoni collegati rappresentavano il suono di una parola.
Questi segni formano oggi due sillabari distinti e di uso parallelo: il Katakana composto di 47 segni e lo Hiragana con circa trecento segni, ma non tutti di uso frequente.
Nonostante l'esistenza dei caratteri sillabici, in Giappone si continuano ad utilizzare anche i segni ideografici di origine cinese: spesso in una frase i verbi, i sostantivi e gli aggettivi vengono espressi con segni ideografici, mentre le desinenze, le particelle e le preposizioni sono rappresentati foneticamente.
Facile? Assolutamente no!... Ma quando inizi ad imparare le prime parole.....e aggiungendole riesci a completare una frase... ti accorgi quanto è dolce la lingua giapponese... AIUTATA ANCHE DA QUALCHE CANZONCINA PER BAMBINI... LO CONFESSO...

Arriviamo quindi a parlare della musica giapponese tra tradizionale, classica e futuristica.

In Giappone esistono due tipi differenti di musica tradizionale: la musica d'arte e quella folcloristica.

La musica d’arte ha molti stili differenti, ciascuno dei quali è stato creato separatamente nei differenti periodi storici del Giappone.
I giapponesi hanno mantenuto quegli stili venerati nel tempo, modificandoli a mano a mano che il tempo passava.
In generale, nella storia della musica giapponese, la musica vocale ha sempre giocato un ruolo più importante di quello della musica strumentale.
Inoltre, la musica tradizionale giapponese si è spesso sviluppata come parte di forme teatrali, note anche in Italia, quali il Noh, il Kabuki ed il Bunraku.
La musica tradizionale giapponese (hogaku) è sempre stata collegata ai rituali, alla letteratura ed alla danza del Paese. La musica per il teatro è un settore molto rilevante nella tradizione giapponese. La attribuisce all' "amore dei giapponesi per la narrazione il rituale della loro musica classica" e sostiene che i giapponesi sarebbero molto più attenti alle parole che alla musica.

La musica classica giapponese in molti generi i maggiori sono il gagaku, la musica orchestrale della corte imperiale, e il shomyo, il canto corale delle preghiere buddiste, a questi due generi se ne aggiungono altri come la musica da camera, detta Sôkyoku e Jiuta, e i canti che accompagnano i diversi tipi di teatro.

Gagaku: la musica della corte

Il gagaku era un tipo di musica classica che veniva eseguita nella corte impaeriale apartire dal periodo Heian e si divide in due gruppi in base all'orgine:

kagurauta, azumaasobi e yamatouta: sono musiche indigene e quindi di origine giapponese;
togaku e komagaku: sono musiche provenienti dalla Corea e dalla Cina della dinastia Tang.

Shomyo: canti buddisti

La musica shomyo è costituita dai canti corali delle preghiere buddiste, dette sutra, senza l'accompagnamento di strumenti musicali, è un tipo di canto tipico delle sette buddiste Tendai e Shingon.
 
Sokyoku e jiuta: musica da camera
Il sokyoku è un genere di musica classica giapponese che si avvale di un unico strumento tradizionale detto "so o toko e proprio per questo rientra fra la musica da camera, a differenza della musica orchestrale non si avvale di gruppi di musicisti che suonano il medesimo strumento.
La parola Jiuta invece significa "canto di campagna" e fa riferimento a una musica del periodo Edo veniva spesso accompagnata dallo "shamisen" ed era ritenuta tipica dei quartieri del piacere di Tokyo e Osaka.
Arrivando ai giorni nostri... in Giappone l'interesse per la tecnologia moderna porta molti giovani artisti a provare nuove strade mescolando le varie influenze europee-americane.
Il j-rock è un genere musicale che identifica il rock giapponese: il nome, infatti, deriva dalla contrazione dell'espressione inglese "Japanese rock". Si tratta di un genere attualmente molto seguito nella cultura nipponica e all'interno di esso si trova una delle sue suddivisioni più popolari, il visual kei.
L'arrivo del rock psichedelico, introdotto principalmente dai gruppi britannici, provocò in Giappone la creazione di un nuovo genere musicale a partire da esso, ma con alcune modifiche. Quando debuttò a metà degli anni sessanta, completamente contrario al look esibito dai rock ettari europei. Ciononostante lo stile musicale si avvicinava di molto a quello dei più noti esponenti rock a livello mondiale. Gli artisti di rilievo di questo periodo furono Keiji Haino, The Golden Cups e The Tempters.
Il genere conosciuto come visual kei ("stile visuale") nacque all'inizio degli anni ottanta nel quartiere di Harajuku (una zona di Shibuya) dove diversi gruppi dal look trasgressivo secondo i costumi degli anni si esibivano all'aperto. La stravaganza e l'eterogeneità di stili che venivano a contatto pacifico in questo quartiere (rockabilly, anarcopunk, cyber punk, glam) contribuirono a delineare un genere dove lo stile provocante ed androgino si riallacciava a elementi estetici del teatro kabuki dove le parti femminile erano interpretate da uomini pesantemente truccati e talvolta acconciati con capigliature folte e colorate. Furono gruppi come Buck-Tick, X Japan  e subito dopo LUNA SEA a rendere noto a livello nazionale questo stile; storica l'esibizione degli X Japan al Kōhaku uta gassen, evento musicale trasmesso in televisione in diretta nazionale la notte di fine anno, dove vecchi artisti enka (musica folk giapponese) dividono il palco con le giovani star del panorama musicale.
Il visual kei è il genere più caratteristico all'interno del rock giapponese, sia perché unico e peculiare nel panorama mondiale sia perché molti gruppi che ne fanno parte hanno ottenuto successo anche in Europa ed in Occidente in genere.
Dal 2000 vi è un'ulteriore arricchimento del panorama musicale giappone e quindi del jrock: comincia a spopolare l' hip pop, l' R&B, il rap e l' alternative rock. È il momento quindi di gruppi come Dragon Ash ed HY che mettono pur qualche anno in secondo piano il rock precedente che sembrava essere arrivato ad un punto d'arrivo. Ancora una volta non è così, nel calderone musicale giapponese tutto sembra trovare un punto di incontro fra nuovo e vecchio, così le "vecchie band" come i GLAY aggiornano la loro musica grazie ai nuovi elementi che richiamano la downtown americana. Anche i Dir en grey che nel 1999 debuttavano sotto etichetta major con sonorità vicine ai LUNA SEA dei primi anni novanta propongono dall' EP six Ugly in poi le nuove sonorità più americane che verranno poi equalizzate con un "ritorno al rock più tipico giapponese".
Agli inizi del 2000 apparve anche una nuova sotto-categoria del visual kei chiamata oshare kei ("stile alla moda"), i cui componenti sono in larga parte giovani. Essa si differenzia dal visual per il suo stile musicale molto meno oscuro, più allegro, ed un aspetto esteriore molto complesso, colorito e ricco di dettagli (adottando anche il cosplay).



SAKURA


Il Giappone... la sua bellezza... non te la rivela subito, la devi scoprire pian piano, la devi cercare senza soffermarti all’iniziale apparenza... per esempio la puoi trovare... nel SAKURA..., il fiore di ciliegio... il fiore nazionale non ufficiale...
A partire dal periodo Heian (794-1185), ogni anno in primavera, nella ricorrenza chiamata hanami (letteralmente significa “guardare i fiori” ma il termine viene utilizzato esclusivamente in riferimento al fiore di ciliegio)... i giapponesi festeggiano la bellezza effimera del sakura, uno dei simboli del Giappone, così fortemente presente nella cultura del Paese del Sol Levante... (日本... i caratteri che compongono il nome del Giappone significano "origine del sole", ed è questo il motivo per cui è spesso identificato come la terra del Sole nascente o il Paese del Sol levante).

Il richiamo del fiore di ciliegio va oltre la sua evidente bellezza, a colpire è la sua caducità, il suo essere in piena fioritura solo per pochi giorni... il vero senso della tradizione hanami non consiste nel guardare lo spettacolo offerto dalla bellezza dei fiori sull’albero ma nell’osservare con una punta di tristezza e commozione come cadono dall’albero, trasportati dalla brezza primaverile nel breve viaggio che li separa dalla terra ancora fredda. Un modo dolce e allo stesso tempo malinconico per ricordare che ogni vita è destinata a finire.

Ma il fiore di ciliegio è anche strettamente legato al Bushido, l’ideale cavalleresco del guerriero (Bushi) giapponese. Il sakura incarna e simboleggia le qualità del samurai: la purezza, la lealtà, l’onestà, il coraggio.
Come il fiore di ciliegio, effimero e fragile, nel pieno del suo splendore muore lasciando il ramo, così il samurai, nel nome dei principi in cui crede, è pronto a lasciare la propria vita in battaglia.
Si tratta dell’immagine di una morte ideale, pura, distaccata della caducità della vita e dai beni terreni.
Ritroviamo il simbolismo del sakura nella seconda guerra mondiale, l’immagine della caduta dei fiori dai ciliegi ricorre spesso nelle ultime lettere scritte dai Kamikaze alle famiglie prima della loro missione suicida.
Il fiore di ciliegio venne riprodotto anche sui lati degli ohka, bombe guidate da razzi utilizzate contro le navi americane ad Okinawa.
Al controverso... tempio shintoista Yasukuni-jinja di Tokyo, santuario che ospita il museo nazionale in memoria dei caduti giapponesi, sono ancora i fiori di ciliegio a simboleggiare la rinascita dei soldati caduti in guerra.


Cadono i fiori di ciliegio
 sugli specchi d’acqua della risaia:
 stelle, al chiarore di una notte senza luna....


Anche la poesia e la pittura celebrano da secoli il fiore di
ciliegio... e dedicare a tutti voi un bellissimo haiku... scritto dal poeta e pittore Yosa Buson (1715-1783) mi sembra il modo migliore per concludere questo articolo...


Kansha kono kiji no dokusho no tame no
(grazie per la lettura di questo articolo)

JINSEI


4 σχόλια:

  1. Αυτό είναι ένα κείμενο που "βλέπει" σφαιρικά την Ιαπωνία.
    Καλύπτει όλες τις πρωτοτυπίες και ιδιορρυθμίες του ιαπωνικού πολιτισμού με συντομία, αγάπη αλλά και αντικειμενικότητα.
    Η πρωτοτυπία μάλιστα της ιαπωνικής ατμόσφαιρας προβάλλει και προβάλλεται αβίαστα.

    Ευχαριστώ Νάντια.

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  2. Thank you for the opportunity you gave me ..... for your words .... always a great encouragement .....


    This is the humility of a great mind ..... congratulations to you Foivos.

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  3. Ισορροπία και Αρμονία.
    Η ομορφιά μέσα στις σκιές, κρυμμένη, μισοϊδωμένη, ονειρική, πρέπει να κάνει κανείς κόπο για να τη δει. Η ιαπωνική άποψη για τις τέχνες και την τέχνη της ζωής.
    Η λεπτότητα, η ασάφεια, η διακριτικότητα, σπρώχνουν στην άκρη κάθε περιττή διακόσμηση, κάθε άσκοπη γυαλάδα, κάθε διάθεση για επίδειξη. Τολμούν τη σκιά για να υμνήσουν την ομορφιά.
    Στην Ελλάδα, στην Αρχαία Ελλάδα περισσότερο, μέσα από τις ίδιες αρετές και διαδρομές, υμνούμε την ομορφιά τολμώντας στο απόλυτο φως.
    Δείχνει διαφορετικό αλλά ο σκόπός πιστεύω είναι ο ίδιος : η τέχνη της ζωής.

    Ο ηδονισμός κλίνεται μόνο στο αρσενικό.
    Η ισορροπία κλίνεται μόνο στο θηλυκό.
    Το όνειρο κλίνεται μόνο στο ουδέτερο.

    Nadia, εσύ καταλαβαίνεις καλά πόση μαγεία μπορεί να ασκήσει ο ιαπωνικός τρόπος αντιμετώπισης της ζωής σε έναν άνθρωπο από την Ελλάδα, από τη Μεσόγειο όπου το φως είναι τόσο δυνατό που φθάνει μέχρι την ψυχή μας. Το φως μας κάνει πληθωρικούς στην έκφραση αλλά παραμένουμε λιτοί μέσα μας και ουσιώδεις. Απόλαυσα κάθε λέξη από το κείμενό σου. Από το ταξίδι που με πήγες!

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  4. Il bisogno di cultura esiste, ma ha due terribili nemici da affondare per essere veramente interiorizzato e appagato. Bisogna come prima cosa prendere atto che il proprio rapporto con la cultura, piccolo o grande che sia, non può essere coltivato all'interno di stili di vita frenetici, dove lavoro e consumo erodono le nostre vite giorno dopo giorno. Bisogna fermarsi, bisogna recuperare la "necessità" dell'otium per difendere e portare avanti una civiltà. C'è bisogno, allo stesso tempo, di silenzio e di comunità per innalzare la cosiddetta qualità della vita. L'accelerazione del tempo è una delle più terribili minacce; essa impedisce ai saperi di diventare beni comuni. L'altro grande nemico è la spettacolarizzazione della cultura. Non sono tanto importanti gli eventi culturali, quelli che spesso richiamano l'attenzione di molti, se non viene costruito un percorso che trasforma un semplice spettacolo in un ambiente in cui i significati forti diventano beni vissuti e amati.
    Ma se vuoi che questa passione, questo amore, cresca e diventi sempre più consapevole è necessario superare questo geometrico "incasellamento". Diventa fondamentale scoprire l'esperienza che istituisce questo "amore del sapere......

    La mia infatuazione per le varie culture......è una sorta di dovere verso me stessa...per aprire la mente per sentirmi migliore......e oltre al Giappone...amo assolutamente la cultura greca..........una delle radici della vita stessa.
    Grazie Anastassia...le tue parole..entrano nel profondo!

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