LA PENNA E' LA LINGUA...
DELL'ANIMA...
Io amo la mia BIC…
e ringrazio i miei fogli che mi permettono ogni giorno di "CASTIGARLI"… perché nelle mie vene non scorre sangue…
ma inchiostro indelebile...
e ringrazio i miei fogli che mi permettono ogni giorno di "CASTIGARLI"… perché nelle mie vene non scorre sangue…
ma inchiostro indelebile...
Ho amato la lettura attraverso le parole di mia madre... amo i libri... perché aumentano la percezione della vita... dando vita a nuovi pensieri... amo la scrittura... perché posso VEDERE i miei pensieri...
"Verba volant, scripta manent", e quindi immortalare quel determinato pensiero... nero su bianco dando ad altri la possibilità di confrontare il proprio di pensiero, allora si è "in quel momento maestri"... nel senso che si è portatori di una certa esperienza, conoscenza, che si vuol comunicare ad altri...
Trasmettere l'emozione di conoscere è il contenuto del futuro?
Con queste mie riflessione apriamo il dibattito... tenendo conto che la "bacchetta magica" penna... dia la possibilità di viaggiare in paesi delle Meraviglie.
Da dove iniziare, quando iniziare, come iniziare, entro quanto bisogna imparare, iniziare dal leggere o dallo scrivere, quali attività di prescrittura, di prelettura? … si può saper leggere senza saper scrivere, si può sapere, e molto, senza saper leggere e scrivere? Un dibattito che spesso occupa molto tempo, che vede religiosi e profanatori, santi e peccatori, sante e peccatrici, in una dimensione spesso conflittuale organizzata per estremi.
Questi bipolarismi forse trovano una loro ragione in riferimenti misteriosi, in epistemologie che seguono la moda e non la verifica scientifica, in Circolari Ministeriali, in schede operative, eserciziari che le riviste del settore consigliano, ed anche, forse, nei riferimenti guerrieri, mitici che vedono nelle opposizioni la ragione del più forte.
Le opposizioni ci fanno vedere il mondo in Capuletti e Montecchi, scacchi bianchi e neri, ricchi e poveri, alti e bassi, magri e grassi, donne e uomini, bambini ed adulti, belli e brutti... una delle conquiste più importanti dell'umanità è stata senza dubbio quella della scrittura... ma ad oggi, 2013: l'imparare a leggere e scrivere è ancora un problema uguale a quello del prima-dopo guerra, quando avevamo un'altissima percentuale di analfabetismo, quando si diceva "lui è bravo, è andato a scuola, ha frequentato la seconda elementare; ha imparato a leggere e scrivere quindi è intelligente!"?
Il passaggio dal pennino alla penna a sfera fu un trauma... le immagini nei libri solo gradualmente sono divenute una caratteristica positiva, fino a non molto tempo fa’ distraevano... i fumetti sono materiali didattici, tempo fa’ rimbecillivano, erano opera del demonio... Oggi vi è il computer, internet, la multi e iper medialità, le realtà virtuali... quanto tempo dobbiamo attendere affinché cadano gli stessi pregiudizi delle immagini sui libri, dei fumetti?
Ma cosa devo scrivere?
"Per scrivere devo guardarmi intorno, devo essere curioso, devo osservare, devo narrare a qualcuno quanto vedo, sento, desidero e se lo scrivere mi distrae da tutto ciò, il mio pensiero mi sfugge, la mia attenzione allo scrivere mi fa dimenticare ciò che voglio scrivere, ciò che osservo"?
"Verba volant, scripta manent", e quindi immortalare quel determinato pensiero... nero su bianco dando ad altri la possibilità di confrontare il proprio di pensiero, allora si è "in quel momento maestri"... nel senso che si è portatori di una certa esperienza, conoscenza, che si vuol comunicare ad altri...
Trasmettere l'emozione di conoscere è il contenuto del futuro?
Con queste mie riflessione apriamo il dibattito... tenendo conto che la "bacchetta magica" penna... dia la possibilità di viaggiare in paesi delle Meraviglie.
Da dove iniziare, quando iniziare, come iniziare, entro quanto bisogna imparare, iniziare dal leggere o dallo scrivere, quali attività di prescrittura, di prelettura? … si può saper leggere senza saper scrivere, si può sapere, e molto, senza saper leggere e scrivere? Un dibattito che spesso occupa molto tempo, che vede religiosi e profanatori, santi e peccatori, sante e peccatrici, in una dimensione spesso conflittuale organizzata per estremi.
Questi bipolarismi forse trovano una loro ragione in riferimenti misteriosi, in epistemologie che seguono la moda e non la verifica scientifica, in Circolari Ministeriali, in schede operative, eserciziari che le riviste del settore consigliano, ed anche, forse, nei riferimenti guerrieri, mitici che vedono nelle opposizioni la ragione del più forte.
Le opposizioni ci fanno vedere il mondo in Capuletti e Montecchi, scacchi bianchi e neri, ricchi e poveri, alti e bassi, magri e grassi, donne e uomini, bambini ed adulti, belli e brutti... una delle conquiste più importanti dell'umanità è stata senza dubbio quella della scrittura... ma ad oggi, 2013: l'imparare a leggere e scrivere è ancora un problema uguale a quello del prima-dopo guerra, quando avevamo un'altissima percentuale di analfabetismo, quando si diceva "lui è bravo, è andato a scuola, ha frequentato la seconda elementare; ha imparato a leggere e scrivere quindi è intelligente!"?
Il passaggio dal pennino alla penna a sfera fu un trauma... le immagini nei libri solo gradualmente sono divenute una caratteristica positiva, fino a non molto tempo fa’ distraevano... i fumetti sono materiali didattici, tempo fa’ rimbecillivano, erano opera del demonio... Oggi vi è il computer, internet, la multi e iper medialità, le realtà virtuali... quanto tempo dobbiamo attendere affinché cadano gli stessi pregiudizi delle immagini sui libri, dei fumetti?
Ma cosa devo scrivere?
"Per scrivere devo guardarmi intorno, devo essere curioso, devo osservare, devo narrare a qualcuno quanto vedo, sento, desidero e se lo scrivere mi distrae da tutto ciò, il mio pensiero mi sfugge, la mia attenzione allo scrivere mi fa dimenticare ciò che voglio scrivere, ciò che osservo"?
Lev Tolstoj, che di scrivere certamente se ne intendeva, riferendosi alla sua esperienza di insegnante proponeva ai suoi colleghi di essere un mediatore, non un addestratore, si raccomandava di provocare il linguaggio poetico del bambino, di ascoltarlo, in qualche modo registrarlo (ai suoi tempi non vi erano registratori e lui trascriveva, come si dice nel linguaggio dei computer, "salvava"). Assolutamente non bloccava il pensiero dei bambini con l'ingombro della mano poco capace di scrivere, non ingombrava gli occhi dei bambini con il farli esercitare a leggere, leggeva lui per loro, il saper leggere poteva venire dopo con il desiderio di leggere.
Lev Tolstoj, nell'evidenziare i "procedimenti" per affrontare la composizione... raccomandava:
(Di particolare importanza). Mai, mentre si tiene d'occhio il lavoro di composizione dei ragazzi, si facciano agli allievi appunti circa la pulizia dei quaderni, o la calligrafia, o l'ortografia; né si facciano appunti, soprattutto, sulla costruzione delle proposizioni e sulla logica..." grande mente e innovatore...
Credo che la scrittura tolga l'isolamento, perché nella magia di parole normali... troviamo noi stessi... attraverso la scrittura è possibile allontanare quei pensieri e quelle emozioni negative, nello stesso tempo recuperare i pensieri belli e le emozioni positive. Per questo duplice motivo la scrittura può costituire un elemento importante per il proprio equilibrio interiore in alcuni momenti della nostra vita... negli ultimi anni anche l’adulto ha iniziato ad utilizzare la scrittura come metodo per raccontare di sé e per sentirsi meglio. Questo recupero soprattutto emozionale oggi è incentivato dai nuovi mezzi di comunicazione come forum, blog e social network, in cui si nasconde un bisogno di comunicare ciò che si pensa e che si prova. L’unica cosa che ci deve far riflettere è l’immediatezza, l’urgenza e l’attesa di risposta che questo modo di comunicare si porta dietro. Ciò ci può far riflettere sul fatto che il bisogno è impellente e che forse la solitudine è tanta...
Ma"scrittori" si nasce o si diventa?
Credo sia inutile negare che, tra i tanti "scrittori" che leggiamo, alcuni di essi possiedano una marcia in più, un qualcosa, appunto, che ce li fa amare particolarmente... già sembra che per loro scrivere sia la cosa più naturale del mondo, proprio come uno starnuto o una risata... questo qualcosa, signori miei, è il talento: la capacità di far emozionare, di “catturare” chi legge all’interno delle parole stesse... di dar calore ad una frase ad uno scritto....con una sola parola... tra analisi,sintesi diventando osservatori arguti.
Non sono una sovversiva... mi piace giocare con la creatività... in tutti i testi scolastici e nei manuali universitari, i percorsi per sviluppare le abilità di lettura partono da livelli molto elementari, offrendo esercitazioni per aumentare la capacità di cogliere le parole chiave, per leggere in minor tempo con più efficienza, per identificare subito le frasi principali grazie all'analisi testuale, per comprendere a colpo d'occhio la struttura del testo attraverso i paragrafi ecc.
In pratica, oggi si insegna a leggere con una metodologia pragmatica efficace e precisa... dividendo l'apprendimento in piccoli passi... fornendo subito procedure tecniche per ottenere risultati immediati... al fine di insegnare a usare la lettura, senza... però... porsi il problema di far innamorare della lettura... e allora scrivere non è più un fatto banale ed anonimo come era prima ma diventa qualcosa di assai più interessante. Ci si rende conto che ogni lettera ha una sua storia che spesso risale a migliaia di anni fa. Ora le lettere dell'alfabeto ci salutano. La A ci dice: "Ciao, ti ricordi di me? Io sono la testa del toro", la B ci dice:"E io sono la casa", la M ci dice: "Io sono le onde del mare", la N ci dice: "Io sono il serpente", etc. Tutte queste lettere, per mezzo dei tempi e delle popolazioni attraverso cui sono passate ci parlano degli antichi egiziani, delle popolazioni di lingua semitica che lavoravano nella Valle dei Re in Egitto e dei militari che vi passavano. Ci parlano dei fenici, dei greci, degli etruschi e finalmente dei romani. La scrittura minuscola ci parla dei monaci amanuensi e insieme alla scrittura corsiva ci parla dei tempi più recenti, dove assumono tanti stili diversi.
Una stanza senza libri è come un corpo senz’anima.
Marco Tullio Cicerone
Cinquemila anni fa nasceva la scrittura e da allora non si è più smesso di scrivere, quasi fosse un bisogno, come bere o mangiare. Si è scritto, si scrive e speriamo si continuerà a scrivere, per piacere o per necessità, per far conoscere il proprio pensiero o per tenere i conti, per narrare delle storie o per ricordare cosa fare domani. Tanti sono gli usi e spesso anche gli abusi della scrittura, ma a nessuno è mai venuto in mente di intitolare una via o fare una statua a quello che è il primo prodotto della scrittura... il Libro... questa cosa, a prima vista inanimata, ha un potere di gran lunga superiore a quello dell’uomo, ché vince la morte e a distanza di secoli, attraverso le sue pagine, può dare vita e azione e pensiero a personaggi e fatti che ormai non sono più... ed è anche questa una capacità dei libri e della scrittura di far vivere ciò che non è più, di dare anche solo un velo di eternità all’anima di colui che ha scritto... la scrittura... un viaggio infinito... un viaggio verso l'animo umano... (come fuga dall'apatia quotidiana) perché scrivere è come prendere l'impronta della propria anima...
Come possiamo fare per rendere i nostri scritti chiari e coinvolgenti?
Fra tutte le forme di comunicazione, quella della scritta è la più difficile da esercitare. Non potendo avvalerci dei gesti e del tono vocale per enfatizzare, minimizzare, suggerire la giusta interpretazione di ciò che andiamo esprimendo, dobbiamo valorizzare al massimo i contenuti e gli aspetti formali della nostra comunicazione se vogliamo che venga recepita nella sua essenza... e qui... mi viene in mente Cicerone come oratore e poi scrittore (ispirandosi soprattutto ai modelli di grandi oratori greci come Isocrate e Demostene), non un puro tecnico della parola, ma un intellettuale consapevole, formato alle responsabilità morali e civili da una salda educazione storica, filosofica, letteraria. Prima che di compiacere intenditori raffinati, la sua arte si preoccupava di convincere e trascinare larghe masse di ascoltatori, di manipolare pensieri e emozioni di un pubblico vasto e composito. Ed è solo con Cicerone che a Roma i testi delle orazioni cominciano a venire regolarmente affidati alla scrittura... e come posso non dare voce a Seneca...
che riteneva... che le letture siano necessarie, primo per non essere sazio dei propri soli pensieri, poi perché conoscendo le ricerche altrui, si giudichi i risultati e si rifletta su quanto resta ancora da scoprire... la lettura alimenta l’ingegno e, quando si è affaticato dallo studio, lo ristora, pur richiedendo una certa applicazione.
"Non dobbiamo soltanto scrivere o soltanto leggere: la prima attività, quella dello scrivere, offuscherà ed esaurirà le forze, l’altra le infiacchirà e le disperderà. Bisogna passare alternativamente dall’una all’altra e combinarle in giusta misura, in modo che la penna riduca a un insieme organico quello che si è raccolto attraverso la lettura"... come carburante per il caro-vita... la mente e lo spirito...
Io vedo la scrittura come possibilità di accedere e accendere il senso delle cose... delle parole... delle emozioni... una via che passa attraverso la mente... l'anima... arrivando alle dita del cuore... e allora... da Platone a Dante, Petrarca, Boccaccio, da Victor Hugo a D’Annunzio, da Gramsci a Virginia Woolf... per rendere espliciti alcuni punti di vista sulla lettura pronunciati nel corso dei secoli. È come guardare se stessi mentre si legge: una forma di spionaggio o se si vuole di introspezione. La penso anch’io così? La pensiamo ancora così oggi? La nostra epoca ha già nostalgia dei libri. Non li ha ancora eliminati, non è ancora riuscita a sostituirli con lo schermo dei computer. E se l’umanità che legge smettesse di leggere? Interromperemmo una catena virtuosa, che ci consente di collegarci, anche senza internet, con il mondo del passato e del presente lontano da noi... la lettura è esplorazione, esposizione di sé all’esperienza altrui. Poi, si sa, c’è anche l’arte, l’emozione di incontrare... vedere... toccare l’opera d’arte sotto forma di poesia, di romanzo o racconto. In breve, diventeremmo molto più poveri. Chi legge sa che... se smette... qualcosa finisce, un mondo scompare. Impossibile? È già accaduto un’infinità di volte... la scrittura lega le parole e gli esseri... gli esseri tramite le parole, il lettore all’autore e i lettori tra loro.
Scrivere è un "lavoro" stabile come qualunque altro. La routine attiva l’immaginazione. È per così dire un esprimersi verso l’interno anziché verso l’esterno. La gente invidia gli scrittori perché la scrittura, come forse qualsiasi forma d’arte, è la più appagante delle sublimazioni possibili. Per praticarla non occorre uscire di casa... e l’unico requisito, oltre a un "minimo" di talento, è possedere biancheria calda seppure non eclatante... ma per una donna deve essere seducente...
George Orwell parla, tra il perplesso e il divertito, di coloro che decidono semplicemente di scrivere senza sapere esattamente di cosa... ma nessuno scrittore lo sa, né vorrebbe saperlo... avverte probabilmente un impulso ad esprimersi e comincia a scrivere per esplorarlo, scoprirlo... per creare una personalità... è una modalità di gioco più dialettica che programmatica.
...ma poi che dire di queste frasi...
"Scrivere è un lavoro che richiede molta manodopera. Ci vuole tanto tempo per concludere qualcosa. Dopodiché si tenta di venderla a un mondo che non sa di volerla..."
"Non sono uno scrittore che percepisce i media, il mondo delle immagini, come nemico. Non mi metto in competizione con l’immagine. Adoro il cinema, la fotografia, la pittura, anche la pubblicità – che sono forme d’arte. Con la televisione è diverso, non riconosco valore artistico alla televisione. E’ vero che scrittori come Balzac o Hugo avevano un impatto sulla società, ma oggi viviamo una forma differente di società. E’ cambiato tutto, ma soprattutto è arrivato Kafka".
“La forma in cui vivo in questa società determina la forma in cui io scrivo, la forma dei miei testi”.
Io credo, che per scrivere, ci vuole fondamentalmente ritmo... una sorta di musica interiore... che da ritmo, senso, rotondità, esistenza alle parole stesse, quindi, sì, la scrittura è un luogo senza tempo e senza spazio... lo "scrittore" affida il superamento di sé alla parola, che sa attraversare i secoli senza invecchiare... come un flatus vocis che passi di bocca in bocca, di scritto in scritto.
Sopravvive la propria creazione, ma nulla resta del creatore?
Ma"scrittori" si nasce o si diventa?
Credo sia inutile negare che, tra i tanti "scrittori" che leggiamo, alcuni di essi possiedano una marcia in più, un qualcosa, appunto, che ce li fa amare particolarmente... già sembra che per loro scrivere sia la cosa più naturale del mondo, proprio come uno starnuto o una risata... questo qualcosa, signori miei, è il talento: la capacità di far emozionare, di “catturare” chi legge all’interno delle parole stesse... di dar calore ad una frase ad uno scritto....con una sola parola... tra analisi,sintesi diventando osservatori arguti.
Comunicare con lo scrivere è un’arte. Non bisogna mai dimenticarlo. Prestare attenzione a questi particolari e a tanti altri ancora, richiede molto tempo e fatica ma favorisce una migliore impressione di chi scrive, ed ispira fiducia in chi legge..noi siamo quello che scriviamo... scolpire il proprio stile... trovare il ritmo... sfidare il testo corpo a corpo... ma... "per scrivere bene bisogna leggere molto "o" per leggere molto bisogna scrivere bene"?!
Non sono una sovversiva... mi piace giocare con la creatività... in tutti i testi scolastici e nei manuali universitari, i percorsi per sviluppare le abilità di lettura partono da livelli molto elementari, offrendo esercitazioni per aumentare la capacità di cogliere le parole chiave, per leggere in minor tempo con più efficienza, per identificare subito le frasi principali grazie all'analisi testuale, per comprendere a colpo d'occhio la struttura del testo attraverso i paragrafi ecc.
In pratica, oggi si insegna a leggere con una metodologia pragmatica efficace e precisa... dividendo l'apprendimento in piccoli passi... fornendo subito procedure tecniche per ottenere risultati immediati... al fine di insegnare a usare la lettura, senza... però... porsi il problema di far innamorare della lettura... e allora scrivere non è più un fatto banale ed anonimo come era prima ma diventa qualcosa di assai più interessante. Ci si rende conto che ogni lettera ha una sua storia che spesso risale a migliaia di anni fa. Ora le lettere dell'alfabeto ci salutano. La A ci dice: "Ciao, ti ricordi di me? Io sono la testa del toro", la B ci dice:"E io sono la casa", la M ci dice: "Io sono le onde del mare", la N ci dice: "Io sono il serpente", etc. Tutte queste lettere, per mezzo dei tempi e delle popolazioni attraverso cui sono passate ci parlano degli antichi egiziani, delle popolazioni di lingua semitica che lavoravano nella Valle dei Re in Egitto e dei militari che vi passavano. Ci parlano dei fenici, dei greci, degli etruschi e finalmente dei romani. La scrittura minuscola ci parla dei monaci amanuensi e insieme alla scrittura corsiva ci parla dei tempi più recenti, dove assumono tanti stili diversi.
Marco Tullio Cicerone
Cinquemila anni fa nasceva la scrittura e da allora non si è più smesso di scrivere, quasi fosse un bisogno, come bere o mangiare. Si è scritto, si scrive e speriamo si continuerà a scrivere, per piacere o per necessità, per far conoscere il proprio pensiero o per tenere i conti, per narrare delle storie o per ricordare cosa fare domani. Tanti sono gli usi e spesso anche gli abusi della scrittura, ma a nessuno è mai venuto in mente di intitolare una via o fare una statua a quello che è il primo prodotto della scrittura... il Libro... questa cosa, a prima vista inanimata, ha un potere di gran lunga superiore a quello dell’uomo, ché vince la morte e a distanza di secoli, attraverso le sue pagine, può dare vita e azione e pensiero a personaggi e fatti che ormai non sono più... ed è anche questa una capacità dei libri e della scrittura di far vivere ciò che non è più, di dare anche solo un velo di eternità all’anima di colui che ha scritto... la scrittura... un viaggio infinito... un viaggio verso l'animo umano... (come fuga dall'apatia quotidiana) perché scrivere è come prendere l'impronta della propria anima...
Come possiamo fare per rendere i nostri scritti chiari e coinvolgenti?
Fra tutte le forme di comunicazione, quella della scritta è la più difficile da esercitare. Non potendo avvalerci dei gesti e del tono vocale per enfatizzare, minimizzare, suggerire la giusta interpretazione di ciò che andiamo esprimendo, dobbiamo valorizzare al massimo i contenuti e gli aspetti formali della nostra comunicazione se vogliamo che venga recepita nella sua essenza... e qui... mi viene in mente Cicerone come oratore e poi scrittore (ispirandosi soprattutto ai modelli di grandi oratori greci come Isocrate e Demostene), non un puro tecnico della parola, ma un intellettuale consapevole, formato alle responsabilità morali e civili da una salda educazione storica, filosofica, letteraria. Prima che di compiacere intenditori raffinati, la sua arte si preoccupava di convincere e trascinare larghe masse di ascoltatori, di manipolare pensieri e emozioni di un pubblico vasto e composito. Ed è solo con Cicerone che a Roma i testi delle orazioni cominciano a venire regolarmente affidati alla scrittura... e come posso non dare voce a Seneca...
che riteneva... che le letture siano necessarie, primo per non essere sazio dei propri soli pensieri, poi perché conoscendo le ricerche altrui, si giudichi i risultati e si rifletta su quanto resta ancora da scoprire... la lettura alimenta l’ingegno e, quando si è affaticato dallo studio, lo ristora, pur richiedendo una certa applicazione.
"Non dobbiamo soltanto scrivere o soltanto leggere: la prima attività, quella dello scrivere, offuscherà ed esaurirà le forze, l’altra le infiacchirà e le disperderà. Bisogna passare alternativamente dall’una all’altra e combinarle in giusta misura, in modo che la penna riduca a un insieme organico quello che si è raccolto attraverso la lettura"... come carburante per il caro-vita... la mente e lo spirito...
Io vedo la scrittura come possibilità di accedere e accendere il senso delle cose... delle parole... delle emozioni... una via che passa attraverso la mente... l'anima... arrivando alle dita del cuore... e allora... da Platone a Dante, Petrarca, Boccaccio, da Victor Hugo a D’Annunzio, da Gramsci a Virginia Woolf... per rendere espliciti alcuni punti di vista sulla lettura pronunciati nel corso dei secoli. È come guardare se stessi mentre si legge: una forma di spionaggio o se si vuole di introspezione. La penso anch’io così? La pensiamo ancora così oggi? La nostra epoca ha già nostalgia dei libri. Non li ha ancora eliminati, non è ancora riuscita a sostituirli con lo schermo dei computer. E se l’umanità che legge smettesse di leggere? Interromperemmo una catena virtuosa, che ci consente di collegarci, anche senza internet, con il mondo del passato e del presente lontano da noi... la lettura è esplorazione, esposizione di sé all’esperienza altrui. Poi, si sa, c’è anche l’arte, l’emozione di incontrare... vedere... toccare l’opera d’arte sotto forma di poesia, di romanzo o racconto. In breve, diventeremmo molto più poveri. Chi legge sa che... se smette... qualcosa finisce, un mondo scompare. Impossibile? È già accaduto un’infinità di volte... la scrittura lega le parole e gli esseri... gli esseri tramite le parole, il lettore all’autore e i lettori tra loro.
Scrivere è un "lavoro" stabile come qualunque altro. La routine attiva l’immaginazione. È per così dire un esprimersi verso l’interno anziché verso l’esterno. La gente invidia gli scrittori perché la scrittura, come forse qualsiasi forma d’arte, è la più appagante delle sublimazioni possibili. Per praticarla non occorre uscire di casa... e l’unico requisito, oltre a un "minimo" di talento, è possedere biancheria calda seppure non eclatante... ma per una donna deve essere seducente...
George Orwell parla, tra il perplesso e il divertito, di coloro che decidono semplicemente di scrivere senza sapere esattamente di cosa... ma nessuno scrittore lo sa, né vorrebbe saperlo... avverte probabilmente un impulso ad esprimersi e comincia a scrivere per esplorarlo, scoprirlo... per creare una personalità... è una modalità di gioco più dialettica che programmatica.
...ma poi che dire di queste frasi...
"Scrivere è un lavoro che richiede molta manodopera. Ci vuole tanto tempo per concludere qualcosa. Dopodiché si tenta di venderla a un mondo che non sa di volerla..."
"Non sono uno scrittore che percepisce i media, il mondo delle immagini, come nemico. Non mi metto in competizione con l’immagine. Adoro il cinema, la fotografia, la pittura, anche la pubblicità – che sono forme d’arte. Con la televisione è diverso, non riconosco valore artistico alla televisione. E’ vero che scrittori come Balzac o Hugo avevano un impatto sulla società, ma oggi viviamo una forma differente di società. E’ cambiato tutto, ma soprattutto è arrivato Kafka".
“La forma in cui vivo in questa società determina la forma in cui io scrivo, la forma dei miei testi”.
Io credo, che per scrivere, ci vuole fondamentalmente ritmo... una sorta di musica interiore... che da ritmo, senso, rotondità, esistenza alle parole stesse, quindi, sì, la scrittura è un luogo senza tempo e senza spazio... lo "scrittore" affida il superamento di sé alla parola, che sa attraversare i secoli senza invecchiare... come un flatus vocis che passi di bocca in bocca, di scritto in scritto.
Sopravvive la propria creazione, ma nulla resta del creatore?
Beh... se la scrittura è una forma d'arte che incornicia le emozioni... il creatore o scrittore... per me è l'emozione stessa, perché la scrittura è una forma di espressione che rivela... per dare forma alle parole nascoste dentro se stesso... e la sua storia, la storia di una scrittura che non solo cerca una immagine di se stessa, ma
dialoga con altre immagini attraverso sempre più sofisticate relazioni di senso... relazioni che conducono verso un'arte dello scrivere o di uno scrivere ad arte
che può divenire anche poesia...
e si viaggia verso una scrittura liberata, che esprime un utilizzo della parola che si fa altro da sé sbordando a volte verso l'arte o di una pittura che si sposta verso la letteratura e la poesia... o una parola che si organizza come oggetto... o diviene segno o ancora immagine o concetto che dialoga con altre estensioni del pensiero o diviene geometria... ritmo... composizione, o si dissolve e scompare procedendo per allusioni, per brevi apparizioni. In ogni caso, che subisce una contaminazione che la trasforma e che la fa divenire accessibile attraverso altri parametri, come in questo caso, quelli del... VEDERE...
E allora "scrittori"... grandi o piccoli... con passione o con talento... megalomani o folli... narcisi o introspettivi... timidi o espliciti.... affermati o esordienti... scrivete... scrivete... il mondo ha bisogno delle parole come un esilarante guida... per il viaggio... chiamato vita...
da noi... cuori in ascolto...
e si viaggia verso una scrittura liberata, che esprime un utilizzo della parola che si fa altro da sé sbordando a volte verso l'arte o di una pittura che si sposta verso la letteratura e la poesia... o una parola che si organizza come oggetto... o diviene segno o ancora immagine o concetto che dialoga con altre estensioni del pensiero o diviene geometria... ritmo... composizione, o si dissolve e scompare procedendo per allusioni, per brevi apparizioni. In ogni caso, che subisce una contaminazione che la trasforma e che la fa divenire accessibile attraverso altri parametri, come in questo caso, quelli del... VEDERE...
E allora "scrittori"... grandi o piccoli... con passione o con talento... megalomani o folli... narcisi o introspettivi... timidi o espliciti.... affermati o esordienti... scrivete... scrivete... il mondo ha bisogno delle parole come un esilarante guida... per il viaggio... chiamato vita...
da noi... cuori in ascolto...
Write it to your skin
Ένα άρθρο με ουσία και ομορφιά.
ΑπάντησηΔιαγραφήΣε βάζει να χρησιμοποιήσεις αυτή την προέκταση, που έχεις πάνω από το κεφάλι σου.
Είναι η συγγραφική τέχνη διδακτή;
Γεννιέται κανείς συγγραφέας ή γίνεται;
Αναμφισβήτητα απαιτείται κάποιο ειδικό ταλέντο, για να μπορέσει κάποιος να γράψει. Και μια έμφυτη τάση για λεπτομερή παρατήρηση της πραγματικότητας και του τρόπου σκέψης και συμπεριφοράς των ανθρώπων γύρω του. Αυτά είναι τα έμφυτα χαρακτηριστικά όλων, όσων αργότερα έγιναν συγγραφείς.
Αν όμως κάποιος, έχοντας τα παραπάνω χαρακτηριστικά, αποφασίσει κάποια στιγμή στην ζωή του να γράψει, θα συναντήσει δυσκολίες.
Θα ορθωθούν πολλοί τοίχοι μπροστά του, θα του γεννηθούν πολλά ερωτήματα και θα του προκληθούν πολλά ψυχικά τραύματα.
Εσύ mrs Nadia ανέλυσες το θέμα πιο καλά από μερικά βιβλία με το ίδιο θέμα, που διάβασα τον τελευταίο καιρό, και ενθαρρύνεις τους ενδιαφερόμενους να κάνουν την προσπάθειά τους ακολουθώντας τα όνειρά τους.
Λοιπόν εμένα η σκέψη σου με βρίσκει εντελώς σύμφωνη.
Επίσης, εγώ πιστεύω ότι οι ενθαρρυντικοί λόγοι είναι πολύ χρήσιμοι, από οποιαδήποτε γωνία και να εξετάσει κάποιος το ζήτημα. Γι' αυτό σε συγχαίρω, επειδή στο άρθρο αυτό δεν κατέθεσες μόνο τις γνώσεις σου, αλλά ταυτόχρονα μοίρασες απλόχερα σ' εμάς τον πλούτο της ψυχής σου.
i complimenti mi imbarazzano.....perché credo di scrivere solo quello che il mio cuore mi dice.......amo scrivere.....e lo faccio in ogni posto in cui mi trovo, in qualsiasi pezzo di carta mi capiti a tiro.....ma i vostri commenti....Mrs Ioli...mi aiutano molto, introspettivamente, mi aiutano a crescere, a vedere meglio quello che scrivo. Pe me l'arte dello scrivere sta nella bellezza del vivere.....e qui in MIND...ho trovato tanta bellezza....per questo.. incito la scrittura come penna dell'anima, per condividere, la profondità delle parole, che prendono vita, si animano, si colorano, si sentono...e forse si vedono.......scrivere è come prendersi cura di se stessi..... basta prendere un foglio e una biro e sciogliere i pensieri, lasciare che scorrano, anche confusi e lasciarli cadere nel foglio che si riempie di frasi e scarabocchi, si creano strane geometrie si susseguono parole, ora lo scritto è fluente ora è faticoso, così com’è la nostra vita......
ΑπάντησηΔιαγραφήancora grazie......di cuore.
Όποιος έχει κλίση ή αγαπάει την συγγραφή ή θέλει απλά να δοκιμάσει να συγγράψει, έχει δυνατότητες, ευκαιρίες και επιλογές, που μπορούν να εφαρμοσθούν άμεσα και να γίνει έτσι δυνατή η πραγματοποίηση του ονείρου του.
ΑπάντησηΔιαγραφήΤα μυστικά της συγγραφικής τέχνης, οι γνώσεις, οι τεχνικές εφαρμογές, οι πρακτικές ασκήσεις και η θεωρία, που απώτερο σκοπό τους έχουν να αναπτύξει ο καθένας μας εκείνες τις δεξιότητες, τα προσόντα και τις δυνατότητες, που θα κάνουν την ζωή του ως συγγραφέα πιο εύκολη, μα πάνω απ’ όλα πιο εμπνευσμένη και παραγωγική, μπορούν να διδαχθούν έως ένα προχωρημένο βαθμό.
Όλη αυτή η γνώση που συγκεντρώνεται, αποτελεί εφόδιο ζωής για τον κάθε εραστή της συγγραφής, μιας και εξελίσσεται και αναπτύσσεται καθημερινά καθ' όλη τη διάρκεια της ζωής του.
Τα απαραίτητα είναι πολλά.
Πολύτιμες Πρακτικές Συμβουλές,
Εμβάθυνση,
Εργαλεία,
Ασκήσεις,
Θεωρία,
Τεχνικές και Μέθοδοι για όλα τα θέματα, που σχετίζονται με την συγγραφή: Πλοκή και Αφήγηση, Ήρωες, Πρώτο ή τρίτο πρόσωπο, Διάλογος και Μονόλογος, Περιγραφή, Προσωπικό στυλ συγγραφής, Επιμέλεια, Πού θα βρεθούν οι ιδέες περί συγγραφής, Πώς θα αναπτύξει κάποιος τις ιδέες του, Πώς η ανάγνωση βοηθάει την συγγραφή, Πώς το χόμπυ της συγγραφής γίνεται επάγγελμα, Τι θα κάνει ο συγγράφων με τις ιδέες και τις σημειώσεις του.
Όλες όμως οι εντυπωσιακές δυνατότητες που αναφέρονται παραπάνω, δεν έχουν καμμιά χρησιμότητα και καμμιά σημασία, αν, όπως τόσο όμορφα έχει πει ένας ποιητής, δεν έχεις μέσα σου κανένα τραγούδι, για να τραγουδήσεις, και κανένα όνειρο, για να ονειρευτείς.
Πώς να τραγουδήσει μια λύρα χωρίς χορδές;
Νάδια έγραψες ένα υπέροχο άρθρο πλημμυρισμένο από τρυφερότητα και αγάπη.
Scrivete, scrivete...
Εγώ προσωπικά σε ευχαριστώ για το θέμα αυτό.
Foivos, il tuo commento, mi lascia senza fiato, per la naturalezza e la grande profondità del tuo scrivere, sono io che ti ringrazio per questo mare di cultura nella bellezza del condividere, grazie per l'opportunità che dai.....
ΑπάντησηΔιαγραφήscrivete...scrivete...come passione per leggere se stessi...emozionando gli altri......scrivere è un tentativo di addentrarsi nella passione che fa della scrittura non una semplice attività...ma una vera e propria forma di vita
un modo d’essere, una pratica essenziale di costituzione di sé......beh...io non riesco ad immaginare la mia vita .senza questa passione che muove la mia penna..senza questa seconda vita che è "la scrittura".....allora I love my BIC.....
Ha ragione Blanchot..... si scrive per non morire...in questa vita, s'intende...Affidarsi alla pagina, come alle bende e ai balsami alla mummia
d'un faraone.... non conosco altro modo che consenta il miracolo del Bis,
il bellissimo Riessere. "Riessere, è questo il problema", ho
sussurrato una volta, parodiando umilmente Shakespeare. E so ch'è una
fuga in prigione, una vittoria perduta, ma anche l'unica strada.....
benché precaria e illusa, che ci scampi un istante dalla maledizione
di Eraclito.
Si scrive per ricordare...ma si scrive anche per dimenticare,
per rendere inoffensivo il dolore.... biodegradarlo...come si fa coi
veleni della chimica. Può essere una vernice, la scrittura, che ci
anodizzi i sentimenti e li protegga dalle salsedini della vita?
Qui un altro nodo emerge... medicina e scrittura, che può tradursi in
modi più spicci.... scrittura come analgesico, come palliativo e placebo,
quando non si tenga conto del margine di frode pietosa che sempre
inerisce a una consolazione del genere.
Ma non si scrive anche per essere felici? Leopardi lo attesta....
"Felicità da me provata nel tempo del comporre, il miglior tempo che io
abbia passato in vita mia e nel quale mi contenterei di durare finché
vivo"....finchè vivo....
Nell’età classica greco-romana non venne mai partorita una figura
preposta a rappresentare il graphein, l’arte dello scrivere...."nessun autore,
che mi sia dato sapere", afferma Demetrio, "intonò alla scrittura (graphe)
mai un inno" .........ma chi ama la musica, anche la musica nascosta delle parole porta la musica dentro di sè, non ha bisogno di uno strumento musicale perché egli stesso è musica........
Τον τελευταίο καιρό, κατά μία περίεργη σύμπτωση, πολλοί φίλοι ή απλοί περαστικοί αναγνώστες του MIND μού στέλνουν ενθαρρυντικά και επαινετικά μέιλς, πολύ παρηγορητικά και κουράγιο-φόρα για το όλο εγχείρημα.
ΔιαγραφήΗ περίληψή τους, για να μη μακρηγορούμε, έχει ως εξής στα αγγλικά:
MIND is such a wonderful space, classy and professional...
Ο λόγος που το εμφανίζω αυτό, είναι η επιθυμία μου να δηλώσω ότι ένα μεγάλο μερίδιο της καταξίωσης τού MIND οφείλεται σε σένα αγαπητή μου Νάδια.
Ho imparato sulla mia pelle che basta poco.. nell'arte dello scrivere, per comunicare una quantità di cose e che... d'altra parte, una quantità di parole può anche comunicare pochissimo....
ΑπάντησηΔιαγραφήFoivos..GRAZIEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE..io penso lo stesso.....ma sul tuo scrivere.....sui tuoi articoli...tu illumini...lasciatelo dire...eleganza dell'informazione......fine penna tu scrivi come se parlassi......
Io non mi ritengo un abile "scrittrice"....scrivo metti a nudo il mio cuore.....e qui in MIND...grazie a tutti voi ho imparato molto....e continuerò....a seguirvi..e se me lo permetterete a scrivere ancora......
e per te padrone di casa.......Cicerone.....
"Non può esserci eleganza di parole, senza aver prima concepito e sviluppato un pensiero, e non ci può essere chiarezza di pensiero senza chiarezza di parole".......