Neruda, semplicemente... Pablo
Quando la spieghi la poesia diventa banale, meglio di ogni spiegazione è l'esperienza diretta delle
emozioni che può svelare la poesia ad un animo predisposto a comprenderla... (P.Neruda)
Un omaggio... senza pretese il mio... a te Pablo Neruda, grande poeta dai versi che scuotono i sensi, che celebrano animali... fiori... frutta... corpi di donne... paesaggi... e mostri a noi essere mortali... a ritmo di tango che l'emozione va cercata in tutte le cose...
Pablo Neruda è lo pseudonimo che Neftalì Ricardo Reyes scelse in onore del poeta cecoslovacco Jan Neruda (1834-1891) cantore della povera gente. Egli nacque a Parral nel 1904, da famiglia modesta che trascorse l'infanzia scontrosa nel piovoso, malinconico e selvaggio sud del Cile; frequentò le scuole fino al liceo nella cittadina di Temuco e poi l'Università a Santiago.
Dal 1926 al 43 girò il mondo come rappresentante diplomatico del suo paese, nel' 36-37 visse l'esperienza della guerra civile spagnola non soltanto da spettatore interessato. L'incontro o meglio la scoperta della Spagna fu per Pablo Neruda un fatto di estrema importanza. Come scrisse su di lui Dario Puccini: "Uno di quei salti dialettici grazie ai quali la storia esterna diviene storia personale, la vita degli altri vita propria, il dolore del mondo sentimento radicato". Neruda, favorito dalle circostanze, mise un pur lieve scompiglio nella letteratura spagnola facendosi paladino della "poesia impura" opponendosi alla linea purista di Juan Ramon Ramirez. Allora la sua influenza non fu preponderante ma si fece sentire più tardi e ancora perdura in qualche modo presso le generazioni intermedie e recenti.
Dopo aver subito il fascino dell'incontro con la poesia spagnola, il poeta cileno venne travolto nell'appassionata vicenda della guerra civile: prese subito posizione a favore della Repubblica aggredita; fu scosso dalla tremenda fucilazione di Lorca e con Cesar Vallejo, un poeta peruviano, fondò il Gruppo ispano-americano d'aiuto alla Spagna. La guerra civile determinò un mutamento profondo nell'animo, nelle convinzioni, nella cultura, nella poesia del poeta. La sua fu una vera e propria conversione al prossimo e la sua poesia divenne quella dell'uomo con gli uomini cioè una poesia sociale e di lotta politica, di adesione e di repulsione rispetto al prossimo, di sostegno e di esacrazione, di speranza e di rabbia: d'azione"
E quando cessata la guerra civile e sconfitte le armi repubblicane tanti spagnoli furono costretti all'esilio o morirono fucilati o in carcere quel "legame materno" con la Spagna si fece per Pablo drammatico e fu come una goccia di sangue che rimase indelebile. Se uno dei sentimenti più forti dell'anima moderna è quello di un continuo e cocente esilio di una imprecisata perdita esistenziale, la Spagna è stata per Neruda quella perdita, quell'esilio:Un vuoto angoscioso e accorato che si ripercuote nel suo virile grido di poeta dal lontano '39 a oggi
Nel 1944 tornato in Cile s'iscrisse al partito comunista cileno e venne eletto senatore.
Dal '48 al 52 fu perseguitato e costretto all'esilio per la sua presa di posizione contro il neodittatore Gonzalez Videla; così tornò a viaggiare per il mondo. Nel 1971 guadagna il premio nobel per la letteratura, nel 1973 torna in Cile e in quello stesso anno muore a Santiago subito dopo il colpo di Stato del generale Pinochet.
Dopo aver subito il fascino dell'incontro con la poesia spagnola, il poeta cileno venne travolto nell'appassionata vicenda della guerra civile: prese subito posizione a favore della Repubblica aggredita; fu scosso dalla tremenda fucilazione di Lorca e con Cesar Vallejo, un poeta peruviano, fondò il Gruppo ispano-americano d'aiuto alla Spagna. La guerra civile determinò un mutamento profondo nell'animo, nelle convinzioni, nella cultura, nella poesia del poeta. La sua fu una vera e propria conversione al prossimo e la sua poesia divenne quella dell'uomo con gli uomini cioè una poesia sociale e di lotta politica, di adesione e di repulsione rispetto al prossimo, di sostegno e di esacrazione, di speranza e di rabbia: d'azione"
E quando cessata la guerra civile e sconfitte le armi repubblicane tanti spagnoli furono costretti all'esilio o morirono fucilati o in carcere quel "legame materno" con la Spagna si fece per Pablo drammatico e fu come una goccia di sangue che rimase indelebile. Se uno dei sentimenti più forti dell'anima moderna è quello di un continuo e cocente esilio di una imprecisata perdita esistenziale, la Spagna è stata per Neruda quella perdita, quell'esilio:Un vuoto angoscioso e accorato che si ripercuote nel suo virile grido di poeta dal lontano '39 a oggi
Nel 1944 tornato in Cile s'iscrisse al partito comunista cileno e venne eletto senatore.
Dal '48 al 52 fu perseguitato e costretto all'esilio per la sua presa di posizione contro il neodittatore Gonzalez Videla; così tornò a viaggiare per il mondo. Nel 1971 guadagna il premio nobel per la letteratura, nel 1973 torna in Cile e in quello stesso anno muore a Santiago subito dopo il colpo di Stato del generale Pinochet.
La scrittura di Neruda è l'espressione di una letteratura che si può definire dell'esilio, che sia politico o culturale poco importa, l' espressione di una rivolta che si manifesta attraverso le parole e i concetti, l'espressione di una condanna che diventa immortale e che appartiene a tutti quegli uomini vittime di soprusi e ingiustizie.
Il mondo di Neruda... un mondo fatto di parole... emozioni... sottili intuizioni, che accoglie ogni nostro battito di ciglia... ogni più piccola esitazione del cuore come la rabbia, la volontà... la memoria, l'amore, tutto si sposta, tutto nasce e rinasce, un aprirsi ai sentimenti così vivo, così sentito... così reale... questa è la magia nerudiana.
Il poeta infatti ha molto da esprimere sia sentimentalmente che verbalmente... e direi anche con le immagini che i suoi versi... provocano nella mente di chi legge... allora comincio con la mia poesia preferita...
Mi piaci silenziosa, perché sei come assente
mi senti da lontano e la mia voce non ti tocca.
Par quasi che i tuoi occhi siano volati via
ed è come se un bacio ti chiudesse la bocca.
Tutte le cose sono colme della mia anima
e tu da loro emergi, colma d’anima mia.
Farfalla di sogno, assomigli alla mia anima
ed assomigli alla parola malinconia.
Mi piaci silenziosa, quando sembri distante.
E sembri lamentarti, tubante farfalla.
E mi senti da lontano e la mia voce non ti arriva:
lascia che il tuo silenzio sia il mio silenzio stesso.
Lascia che il tuo silenzio sia anche il mio parlarti,
lucido come fiamma, semplice come anello.
Tu sei come la notte, taciturna e stellata.
Di stella è il tuo silenzio, così lontano e semplice.
Mi piaci silenziosa perché sei come assente.
Distante e dolorosa come se fossi morta.
Basta allora un sorriso, una parola basta.
E sono lieto, lieto che questo non sia vero.
Io ho sempre amato questa poesia. L’ho sempre immaginata letta da una voce adulta, pacata, di quelle che scivolano piano. La magia della poesia è questa dopotutto: risvegliare e creare immagini precise nella mente, rendere reali suoni immaginati nella testa, ti fa vedere una donna che siede lontano e guarda il cielo e capisci cosa ha visto Neruda. Capisci da ogni parola di questa poesia, da ogni pausa, ogni virgola dov’è che l’ha vista lui, la sua poesia. Capisci perché ha creato sul corpo di una donna un componimento che la rende immortale. Capisci l’amore, che fa vedere nelle persone più di quanto esse stesse credano di avere...
È una poesia dai toni calmi, che si trascina un pizzico di malinconia e inquietudine che emerge solo nell’ultima stanza. È un uomo che ama una donna nei suoi silenzi, nei suoi momenti più assenti, perché può osservarla ed amarla senza alcuna spiegazione; è un uomo che ha compreso che la bellezza spesse volte si cela nei silenzi, i silenzi di una donna che osserva il mondo, senza parlare, come se non fosse mai del tutto presente, come se i suoi occhi vedessero oltre ciò che le si presenta davanti...
Il cileno premio Nobel ci ha fatto innamorare tutti, è riuscito a superare le barriere nazionali per arrivare a quelle mondiali, ha fatto conoscere la sua parola di amore, di passione e di vita ad intere generazione e ancora oggi le sue frasi sono scritte e scarabocchiate sui muri per strada.
Quella delle "Odi elementari" è una poesia all'insegna delle cose che circondano l'uomo, cose anche minuscole, ma sempre essenziali al punto che, vivendo con esse, il nostro sguardo sembra non rendersi conto del loro insostituibile valore... in questa selezione compaiono oltre al vino alcuni inseparabili compagni della nostra cucina: il pane, la patata, il pomodoro, la cipolla, il carciofo, la castagna, il miele, l'olio, il limone, la mela, la prugna, il cocomero. Di ciascuno di essi il poeta esalta l'unicità e la bellezza e li fa rivivivere alla luce malinconica della propria infanzia e adolescenza, dal primo indimenticabile incontro con le cose.
Neruda, nella sua meraviglia “Ode al suo aroma” già aveva capito tutto: non c’è modo migliore per descrivere qualcuno o qualcosa che parlando del suo odore... certe poesie mi travolgono come un onda la terra e quando l'acqua, a lettura conclusa, si ritira... l'anima resta stordita e piena di sale.
ODE AL SUO AROMA |
Mia dolce, di che profumi,
di quale frutto, di quale stella, di quale foglia?
Vicino alla tua piccola orecchi o sulla tua fronte
mi chino, inchiodo il naso tra i capelli
e il sorriso cercando,
conoscendo la stirpe del tuo aroma:
è dolce, ma non è fiore,non è la pugnalata
del garofano penetrante o
è dolce, ma non è fiore,non è la pugnalata
del garofano penetrante o
impetuoso aroma di violenti gelsomini,
è qualcosa, è terra, è aria, legna o mele,
odore della luce sulla pelle,
aroma della foglia dell'albero della vita
con polvere di strada
e freschezza di ombra mattutina
nelle radici,
odore di pietra e fiume,
ma più simile a una pesca,
al tiepido pulsare segreto del sangue,
odore di casa pulita
e di cascata, fragranza di colomba
e chioma, aroma della mia mano
che ha percorso la luna del tuo corpo,
le stelle della tua pelle stellata,
l'oro, il grano, il pane del tuo contatto,
e lì, nella longitudine
della tua luce folle,
nella tua circonferenza di giara,
nella coppa, negli occhi dei tuoi seni,
tra le tue grandi palpebre,
e la tua bocca di schiuma,
in tutto lasciò, lasciò la mia mano
odore d'inchiostro e selva,
sangue e frutti perduti,
fragranza di pianeti dimenticati,
lì il mio stesso corpo immerso
nella freschezza del tuo amore, amata,
come in una sorgente
o nel suono di un campanile,
lassù tra l'odore del cielo
e il volo degli ultimi uccelli,
amore, odore, parola
della tua pelle, della lingua
della notte nella tua notte,
del giorno nel tuo sguardo.
Dal tuo cuore
sale il tuo aroma,
come dalla terra
la luce fino alla cima del ciliegio:
nella tua pelle io trattengo il tuo battito
e aspiro l'onda di luce che sale,
la frutta immersa nella sua fragranza,
la notte che respiri, il sangue che percorre
la tua bellezza... fino ad arrivare al bacio
che mi aspetta sulla tua bocca.
è qualcosa, è terra, è aria, legna o mele,
odore della luce sulla pelle,
aroma della foglia dell'albero della vita
con polvere di strada
e freschezza di ombra mattutina
nelle radici,
odore di pietra e fiume,
ma più simile a una pesca,
al tiepido pulsare segreto del sangue,
odore di casa pulita
e di cascata, fragranza di colomba
e chioma, aroma della mia mano
che ha percorso la luna del tuo corpo,
le stelle della tua pelle stellata,
l'oro, il grano, il pane del tuo contatto,
e lì, nella longitudine
della tua luce folle,
nella tua circonferenza di giara,
nella coppa, negli occhi dei tuoi seni,
tra le tue grandi palpebre,
e la tua bocca di schiuma,
in tutto lasciò, lasciò la mia mano
odore d'inchiostro e selva,
sangue e frutti perduti,
fragranza di pianeti dimenticati,
lì il mio stesso corpo immerso
nella freschezza del tuo amore, amata,
come in una sorgente
o nel suono di un campanile,
lassù tra l'odore del cielo
e il volo degli ultimi uccelli,
amore, odore, parola
della tua pelle, della lingua
della notte nella tua notte,
del giorno nel tuo sguardo.
Dal tuo cuore
sale il tuo aroma,
come dalla terra
la luce fino alla cima del ciliegio:
nella tua pelle io trattengo il tuo battito
e aspiro l'onda di luce che sale,
la frutta immersa nella sua fragranza,
la notte che respiri, il sangue che percorre
la tua bellezza... fino ad arrivare al bacio
che mi aspetta sulla tua bocca.
Voglio fare con te, quello
che la primavera fa con i ciliegi..
Giochi ogni giorno con la luce dell'universo.
Sottile visitatrice, giungi nel fiore e nell'acqua.
Sei più di questa bianca testolina che stringo
come un grappolo tra le mie mani ogni giorno.
A nessuno rassomigli da che ti amo.
Lasciami stenderti tra le ghirlande gialle.
chi scrive il tuo nome a lettere di fumo tra le stelle del sud?
Ah lascia che ricordi come eri allora, quando ancora non esistevi.
Improvvisamente il vento ulula e sbatte la mia finestra chiusa.
Il cielo è una rete colma di pesci cupi.
Qui vengono a finire i venti, tutti.
La pioggia si denuda.Passano fuggendo gli uccelli.
Il vento. Il vento.
Io posso lottare solamente contro la forza degli uomini.
Il temporale solleva in turbine foglie oscure
e scioglie tutte le barche che iersera s'ancorarono al cielo.
Tu sei qui. Ah tu non fuggi.
Tu mi risponderai fino all'ultimo grido.
Raggomitolati al mio fianco come se avessi paura.
Tuttavia qualche volta corse un'ombra strana nei tuoi occhi.
Ora, anche ora, piccola mi rechi caprifogli,
ed hai persino i seni profumati.
Mentre il vento triste galoppa uccidendo farfalle
io ti amo, e la mia gioia morde la tua bocca di susina.
Quanto ti sarà costato abituarti a me,
alla mia anima sola e selvaggia, al mio nome che tutti allontanano.
Abbiamo visto ardere tante volte l'astro baciandoci gli occhi
e sulle nostre teste ergersi i crepuscoli in ventagli giranti.
dell'universo.
Ti porterò dalle montagne fiori allegri, copihues,
nocciole oscure, e ceste silvestri di baci.
Le mie parole piovvero su di te accarezzandoti.
Ho amato da tempo il tuo corpo di madreperla soleggiata.
Ti credo persino padrona
Voglio fare con te
ciò che la primavera fa con i ciliegi.
Sottile visitatrice, giungi nel fiore e nell'acqua.
Sei più di questa bianca testolina che stringo
come un grappolo tra le mie mani ogni giorno.
A nessuno rassomigli da che ti amo.
Lasciami stenderti tra le ghirlande gialle.
chi scrive il tuo nome a lettere di fumo tra le stelle del sud?
Ah lascia che ricordi come eri allora, quando ancora non esistevi.
Improvvisamente il vento ulula e sbatte la mia finestra chiusa.
Il cielo è una rete colma di pesci cupi.
Qui vengono a finire i venti, tutti.
La pioggia si denuda.Passano fuggendo gli uccelli.
Il vento. Il vento.
Io posso lottare solamente contro la forza degli uomini.
Il temporale solleva in turbine foglie oscure
e scioglie tutte le barche che iersera s'ancorarono al cielo.
Tu sei qui. Ah tu non fuggi.
Tu mi risponderai fino all'ultimo grido.
Raggomitolati al mio fianco come se avessi paura.
Tuttavia qualche volta corse un'ombra strana nei tuoi occhi.
Ora, anche ora, piccola mi rechi caprifogli,
ed hai persino i seni profumati.
Mentre il vento triste galoppa uccidendo farfalle
io ti amo, e la mia gioia morde la tua bocca di susina.
Quanto ti sarà costato abituarti a me,
alla mia anima sola e selvaggia, al mio nome che tutti allontanano.
Abbiamo visto ardere tante volte l'astro baciandoci gli occhi
e sulle nostre teste ergersi i crepuscoli in ventagli giranti.
dell'universo.
Ti porterò dalle montagne fiori allegri, copihues,
nocciole oscure, e ceste silvestri di baci.
Le mie parole piovvero su di te accarezzandoti.
Ho amato da tempo il tuo corpo di madreperla soleggiata.
Ti credo persino padrona
Voglio fare con te
ciò che la primavera fa con i ciliegi.
E' una poesia in cui spicca il legame tra donna amata e la natura, il suo manifestarsi, attraverso fiori... frutti della terra e gli eventi atmosferici.
La frase finale, emblematica, si presta a molteplici interpretazioni.
Tra le varie interpretazioni che ne posso dare io, sceglierei quella che evidenzia la forza dell'amore
che, come la primavere, ha il potere di far "fiorire" o (ri-fiorire) le persone, farle risplendere di vita nuova, di rinnovata bellezza, magari dopo un periodo buio e triste (inverno).
Inoltre sempre a parer mio, si può leggervi anche il significato di "arrendersi all'amore" alla primavera e alla forza di trasformarlo con l'acqua e il sole.
Quando siamo innamorati ci lasciamo andare, abbandoniamo qualsiasi riserva, qualsiasi dubbio... o "diffidenza"... così, nudi, esposti, indifesi, ci "arrendiamo" agli sguardi e alle carezze di chi ci ama.
Non si tratta di una resa negativa, di chi è senza speranze, ma di una resa che implica fiducia totale, per lasciarci trasformare. Ci lasciamo cullare tra le braccia di chi ci ama, lasciamo che ci prenda per mano per percorrere assieme un percorso di rinascita... che è bellezza e vita.
PANE
Pane,
quanto sei semplice e sublime,
congiunzione di germe e di fuoco,
tu sei azione dell’uomo,
miracolo ripetuto,
volontà di vita.
Noi semineremo di grano
la terra e i pianeti,pane per ogni bocca e per ogni uomo.
Pane per tutti i popoli.
Tutto ciò che ha forma e gusto di pane:
la terra, la bellezza, l’amore…
tutto è nato per essere condiviso,
per essere dato, per moltiplicarsi…
Anche la vita avrà forma di pane, sarà semplice e sublime, innumerevole e pura.
Tutti gli esseri avranno diritto
alla terra e alla vita.
Così sarà il pane di domani,
il pane per ogni bocca,sacro, consacrato,
perché sarà il prodotto
della più lunga e della più dura lotta umana.
quanto sei semplice e sublime,
congiunzione di germe e di fuoco,
tu sei azione dell’uomo,
miracolo ripetuto,
volontà di vita.
Noi semineremo di grano
la terra e i pianeti,pane per ogni bocca e per ogni uomo.
Pane per tutti i popoli.
Tutto ciò che ha forma e gusto di pane:
la terra, la bellezza, l’amore…
tutto è nato per essere condiviso,
per essere dato, per moltiplicarsi…
Anche la vita avrà forma di pane, sarà semplice e sublime, innumerevole e pura.
Tutti gli esseri avranno diritto
alla terra e alla vita.
Così sarà il pane di domani,
il pane per ogni bocca,sacro, consacrato,
perché sarà il prodotto
della più lunga e della più dura lotta umana.
Metafora per descrivere il cammino esistenziale dell'uomo alla ricerca del cibo che alimenti non solo la mente...
POESIE EROTICHE
Come un frutto che matura al sole. Queste poesie giovanili sono i primi passi di un Neruda giovane che sperimenta, prova e si lascia travolgere dalla parola e dalle emozioni. Il titolo italiano, come spesso capita, distorce. Non sono poesie erotiche, sono poesie sensoriali. Si sviluppano secondo quello che il poeta sentiva scorrere nelle vene e lungo i polpastrelli. Mi piace immaginarlo così, prima di essere il grande che è stato, come tutti, come i migliori, attraversa quel periodo che più di ogni altro nella vita di una persona provoca imbarazzo: l'adolescenza. E i vent'anni di Neruda sono in questo libello che ci guida attraverso quel sentire comune, che si snoda tra l'imbarazzo, l'ardore e la sofferenza che è il primo incontro con l'eros.
E proprio per questa "mancanza", proprio per questa retrogusto aspro che lasciano che trovo queste poesie una gradevole lettura all'ombra della grandezza del poeta Neruda. Lette in lingua poi sono ancora più gustose, il testo spagnolo restituisce loro la rotondità originaria che meritano...
E proprio per questa "mancanza", proprio per questa retrogusto aspro che lasciano che trovo queste poesie una gradevole lettura all'ombra della grandezza del poeta Neruda. Lette in lingua poi sono ancora più gustose, il testo spagnolo restituisce loro la rotondità originaria che meritano...
C'è stato un tempo in cui la sensualità e l'erotismo di un corpo femminile trapelavano attraverso le parole dei poeti ; queste odi rimandano l'idea di corpi femminili pieni e adorati come idoli, vissuti, amati ed intensamente adorati... la Passione, d'altronde, non prescinde dal rispetto dell'altro.
LASCIAMI SCIOLTE LE MANI
Lasciami sciolte le mani
e il cuore, lasciami libero!
Lascia che le mia dita corrano
per i sentieri del tuo corpo.
La passione - sangue, fuoco, baci -
mi incendia a vampate tremule.
Ahi, tu non sai che cosa significa!
È la tempesta dei miei sensi
che piega la selva sensibile dei miei nervi.
È la carne che grida con le sue lingue ardenti!
È l'incendio!
E sei qui, donna, come un tronco intatto
adesso che vola tutta la mia vita ridotta in cenere
verso il tuo corpo pieno, come la notte, di astri!
Lasciami libere le mani
e il cuore, lasciami libero!
Io solamente ti desidero, io solamente ti desidero!
Non è amore, è desiderio che si consuma e si estingue,
è precipitazione di furie,
avvicinamento dell'impossibile,ma tu ci sei,
ci sei per darmi tutto,
e per darmi ciò che hai sei venuta al mondo -
come io per contenerti,
e desiderarti,
e accoglierti!
e il cuore, lasciami libero!
Lascia che le mia dita corrano
per i sentieri del tuo corpo.
La passione - sangue, fuoco, baci -
mi incendia a vampate tremule.
Ahi, tu non sai che cosa significa!
È la tempesta dei miei sensi
che piega la selva sensibile dei miei nervi.
È la carne che grida con le sue lingue ardenti!
È l'incendio!
E sei qui, donna, come un tronco intatto
adesso che vola tutta la mia vita ridotta in cenere
verso il tuo corpo pieno, come la notte, di astri!
Lasciami libere le mani
e il cuore, lasciami libero!
Io solamente ti desidero, io solamente ti desidero!
Non è amore, è desiderio che si consuma e si estingue,
è precipitazione di furie,
avvicinamento dell'impossibile,ma tu ci sei,
ci sei per darmi tutto,
e per darmi ciò che hai sei venuta al mondo -
come io per contenerti,
e desiderarti,
e accoglierti!
Donna
completa, mela carnale, luna calda
Donna
completa, mela carnale, luna calda,
denso aroma d'alghe, fango e luce pestati,
quale oscura chiarità s'apre tra le tue colonne?
Quale antica notte tocca l'uomo con i suoi sensi?
Ahi, amare è un viaggio con acqua e con stelle,
con aria soffocata e brusche tempeste di farina:
amare è un combattimento di lampi
e due corpi da un solo miele sconfitti.
Bacio a bacio percorro il tuo piccolo infinito,
i tuoi margini, i tuoi fiumi, i tuoi villaggi minuscoli,
e il fuoco genitale trasformato in delizia
corre per i sottili cammini del sangue
fino a precipitarsi come un garofano notturno,
fino a essere e non essere che un lampo nell'ombra.
denso aroma d'alghe, fango e luce pestati,
quale oscura chiarità s'apre tra le tue colonne?
Quale antica notte tocca l'uomo con i suoi sensi?
Ahi, amare è un viaggio con acqua e con stelle,
con aria soffocata e brusche tempeste di farina:
amare è un combattimento di lampi
e due corpi da un solo miele sconfitti.
Bacio a bacio percorro il tuo piccolo infinito,
i tuoi margini, i tuoi fiumi, i tuoi villaggi minuscoli,
e il fuoco genitale trasformato in delizia
corre per i sottili cammini del sangue
fino a precipitarsi come un garofano notturno,
fino a essere e non essere che un lampo nell'ombra.
Mi sono imbattuta in Pablo Neruda quando era troppo piccola per
poterlo vedere per davvero.
Ora che i miei occhi hanno perso l'argentina luce dell'infanzia, posso provare a capire.
Neruda fa innamorare di tutto, citando De Andrè.
Neruda coglie in ciò che descrive il lato più naturale, quello più atavico, quello più odoroso e variopinto.
Neruda scrive d'amore... e io mi sono lasciata cullare tra le sue parole, straordinariamente lucenti anche nella prosa. Infatti, questo pezzo è preso da "Confesso che ho vissuto", un libro illuminante.
Qui si parla delle parole, appunto...
vi lascio in buone mani, a scivolare tra la spuma di una scrittura fluida e avvolgente.
Ora che i miei occhi hanno perso l'argentina luce dell'infanzia, posso provare a capire.
Neruda fa innamorare di tutto, citando De Andrè.
Neruda coglie in ciò che descrive il lato più naturale, quello più atavico, quello più odoroso e variopinto.
Neruda scrive d'amore... e io mi sono lasciata cullare tra le sue parole, straordinariamente lucenti anche nella prosa. Infatti, questo pezzo è preso da "Confesso che ho vissuto", un libro illuminante.
Qui si parla delle parole, appunto...
vi lascio in buone mani, a scivolare tra la spuma di una scrittura fluida e avvolgente.
Innamoratevi.
"... Tutto quel che vuole, sissignore, ma sono
le parole che cantano, che salgono e scendono... Mi inchino dinanzi a loro... Le
amo, mi ci aggrappo, le inseguo, le mordo le frantumo... Amo tanto le parole...
Quelle inaspettate... Quelle che si aspettano golosamente, si spiano, finché a
un tratto cadono... Vocaboli amati... Brillano come pietre preziose, saltano
come pesci d’argento, sono spuma, filo, metallo, rugiada... Inseguo alcune parole... Sono tanto belle che
le voglio mettere tutte nella mia poesia... Le afferro al volo, quando se ne
vanno ronzando, le catturo, le pulisco, le sguscio, mi preparo davanti al
piatto, le sento cristalline, vibranti, eburnee, vegetali, oleose, come frutti, come alghe, come agate,
come olive... E allora le rivolto, le agito, me le bevo, me le divoro, le
mastico, le vesto a festa, le libero... Le lascio come stalattiti nella mia
poesia, come pezzetti di legno brunito, come carbone, come relitti di un
naufragio, regali dell’onda... Tutto sta nella parola... Tutta un’idea cambia
perché una parola è stata cambiata di posto, o perché un’altra si è seduta come
una reginetta dentro una frase che non l’aspettava e che le obbedì... Hanno
ombra, trasparenza, peso, piume, capelli, hanno tutto ciò che s’andò loro
aggiungendo da tanto rotolare per il fiume, da tanto trasmigrare di patria, da
tanto essere radici... Sono antichissime e recentissime... Vivono nel feretro
nascosto e nel fiore appena sbocciato... Che buona lingua la mia, che buona
lingua abbiamo ereditato dai biechi conquistatori... Avanzano con passo sicuro
per le aspre cordiglieras, per le
Americhe increspate, cercando patate, salsicce, fagioli, tabacco nero, oro,
mais, uova fritte, con quell’appetito vorace che non s’è più visto al mondo...
Trangugiavano tutto, con religioni, piramidi, tribù, idolatrie eguali a quelle
che portavano nei loro sacchi... Dovunque passassero non restava pietra su
pietra... Ma ai barbari dagli stivali, dalle barbe, dagli elmi, dai ferri dei
cavalli, come pietruzze, cadevano le parole luminose che rimasero qui
splendenti... la lingua. Fummo sconfitti... E fummo vincitori... Si portarono
via l’oro e ci lasciarono l’oro... Si portarono via tutto e ci lasciarono
tutto... Ci lasciarono le parole...
da Venti poesie d'amore e una canzone disperata
Posso scrivere i versi più tristi stanotte.
Scrivere, per esempio. "La notte è stellata,
e tremano, azzurri, gli astri in lontananza".
E il vento della notte gira nel cielo e canta.
Posso scrivere i versi più tristi stanotte.
Io l'ho amata e a volte anche lei mi amava.
In notti come questa l'ho tenuta tra le braccia.
L'ho baciata tante volte sotto il cielo infinito.
Lei mi ha amato e a volte anch'io l'amavo.
Come non amare i suoi grandi occhi fissi.
Posso scrivere i versi più tristi stanotte.
Pensare che non l'ho più. Sentire che l'ho persa.
Sentire la notte immensa, ancor più immensa senza di lei.
E il verso scende sull'anima come la rugiada sul prato.
Poco importa che il mio amore non abbia saputo fermarla.
La notte è stellata e lei non è con me.
Questo è tutto. Lontano, qualcuno canta.
Lontano.
La mia anima non si rassegna d'averla persa.
Come per avvicinarla, il mio sguardo la cerca.
Il mio cuore la cerca, e lei non è con me.
La stessa notte che sbianca gli stessi alberi.
Noi, quelli d'allora, già non siamo gli stessi.
Io non l'amo più, è vero, ma quanto l'ho amata.
La mia voce cercava il vento per arrivare alle sue orecchie.
D'un altro. Sarà d'un altro. Come prima dei miei baci.
La sua voce, il suo corpo chiaro. I suoi occhi infiniti.
Ormai non l'amo più, è vero, ma forse l'amo ancora.
E' così breve l'amore e così lungo l'oblio.
E siccome in notti come questa l'ho tenuta tra le braccia,
la mia anima non si rassegna d'averla persa.
Benché questo sia l'ultimo dolore che lei mi causa,
e questi gli ultimi versi che io le scrivo
La ballata dell'amore cieco....
Fabrizio De André
HO FAME DELLA TUA BOCCA
Ho fame della tua bocca, della tua voce, del tuoi capelli
e vado per le strade senza nutrirmi, silenzioso,
non mi sostiene il pane, l'alba mi sconvolge,
cerco il suono liquido dei tuoi piedi nel giorno.
Sono affamato del tuo riso che scorre,
delle tue mani color di furioso granaio,
ho fame della pallida pietra delle tue unghie,
voglio mangiare la tua pelle come mandorla intatta.
Voglio mangiare il fulmine bruciato nella tua bellezza,
il naso sovrano dell'aitante volto,
voglio mangiare l'ombra fugace delle tue ciglia
e affamato vado e vengo annusando il crepuscolo,
cercandoti, cercando il tuo cuore caldo
come un puma nella solitudine di Quitratúe
Υπέροχη δουλειά Νάδια.
ΑπάντησηΔιαγραφήΓεμάτη αγάπη, εξυπνάδα και συμμετοχή.
Όχι σαν την μόδα των τελευταίων χρόνων, όπου οι άνθρωποι μιλούν και γράφουν σαν να μη τους αγγίζει το θέμα, για το οποίο μιλάνε.
Όλα τα κοινωνικά κινήματα που αποτελούν το κίνημα της διεκδίκησης της ποιότητας στην ανθρώπινη ζωή, και την δημιουργία μιας διαφορετικής παγκοσμιοποίησης, οφείλουν πολλά σε αυτόν τον μεγάλο ποιητή, που είναι τόσο δημοφιλής στην Ελλάδα, όσο ο Σεφέρης, ο Καβάφης ή ο Καζαντζάκης.
FOIVOS...GRAZIE......SEMPRE ECCELSO NEI TUOI COMMENTI PARTE IMPORTANTE PER IL LAVORO DI NOI BLOGGER........E IO VOGLIO VIVERE COSI' DI POESIA, NUTRIRMI, DISSETARMI, COINVOLGERE TUTTI I MIEI SENSI.......
ΑπάντησηΔιαγραφήUna vita vissuta senza sperimentare le emozioni è una vita vissuta a metà. Ma erroneamente pensiamo che affidarci ai sensi, alle emozioni, alla sensibilità, ecc… fa di noi delle persone deboli, e questo ci spinge a tenere tutto sotto controllo, ad erigere uno “scudo antiemozioni”, questo ci fa sentire forti, combattivi, sicuri di noi, indistruttibili. ERRORE. E’ impossibile avere il controllo completo della nostra vita così come il controllo delle nostre emozioni e prima o poi ci troveremo ad affrontarle; se questo dovesse succedere improvvisamente, quando noi ormai ci saremo disabituati e vedremo il nostro scudo protettivo sgretolarsi davanti ai nostri occhi, saremo in preda ad un panico totale. Il terrore di “perdere il controllo” e di essere sballottati fra le onde emozionali ci atterrisce. Non dobbiamo temere di esprimere e vivere le nostre emozioni; l’evitarle, il sopprimerle, l’annullarle, l’ignorarle sono sintomi di una paura; la paura di lasciarsi andare, figlia a sua volta di un’altra paura sepolta, spesso ad insaputa, nel subconscio. A che serve girarci intorno …se sono emozioni dolorose affrontiamole, se sono emozioni generate dal nostro cuore viviamole, se sono emozioni della nostra mente esprimiamole. Viviamola pienamente questa nostra vita; ci vuole più coraggio e forza nel viverle le emozioni piuttosto che ignorarle.......insegna Neruda.......
.....e io adoro i poeti greci...perche per me hanno fatto della Grecia il nido della propria poesia..........
“ Έχω για τη ζωή μιαν αντίληψη δραματική και ρομαντική. Ο,τι δεν αγγίζει βαθιά την ευαισθησία μου δεν με ενδιαφέρει. Όσον αφορά την ποίηση, στην πραγματικότητα καταλαβαίνω πολύ λίγα πράγματα. Γι' αυτό συνεχίζω με τις αναμνήσεις της παιδικής ηλικίας. Ίσως απ' αυτά τα φυτά, τη μοναξιά, τη σκληρή ζωή, βγαίνουν οι μυστικές, αληθινά βαθιές "Ποιητικές Πραμάτειες" που κανείς δεν μπορεί να διαβάσει, γιατί κανείς δεν τις έγραψε. Η ποίηση διδάσκεται βήμα βήμα ανάμεσα στα πράγματα και στις υπάρξεις, χωρίς να τα χωρίσουμε, αλλά ενώνοντάς τα με την ανιδιοτελή απλωσιά της αγάπης.”
ΔιαγραφήΗ δική μου αντίληψη για τη ζωή αν ήταν χρώμα θα ήταν το κόκκινο του πάθους και της δύναμης, θα είχε τη μυρωδιά από γιασεμιά και βασιλικό, τη μεθυστική γεύση του κόκκινου κρασιού, την αίσθηση στο άγγιγμα που έχει το αίμα, συμπυκνωμένη και ζεστή όπως το δέρμα του άντρα που αγαπώ, την ομορφιά του ήχου όπως τον άκουσα να μου λέει θέλω να κάνω μαζί σου ότι κάνει η άνοιξη στις κερασιές. Να φλέγομαι έμαθα. Να θέλω και να προσμένω το ολόκληρο. Στίχοι τέτοιοι με οδηγούν να θέλω να φωνάξω στη ζωή “μείνε”.
'Άφησε λεύτερα τα χέρια μου
και την καρδιά μου, άφησε λεύτερη!
Δεν είναι έρωτας, είναι επιθυμία που ξεραίνεται και σβήνει,
είναι καταιγισμός από ορμές,
προσέγγιση του απίθανου,
αλλά υπάρχεις εσύ,
υπάρχεις εσύ για να μου δώσεις τα πάντα,
και για να μου δώσεις αυτό που κατέχεις ήρθες στη γη -
όπως εγώ ήρθα για να σε περιέχω
για να σε επιθυμώ,
για να σε δεχτώ!
Nadia, υπέροχο κείμενο. Στο MIND συναντιόμαστε και ταξιδεύουμε ξανά, όμορφα!
Oh ...Natassa......grande viaggiatrice.....dal cuore rosso di passione e vita.....profondo e malimconico come la poesia stessa.....
ΑπάντησηΔιαγραφήio vivo di poesia Natassa.....da quando la vita mi ha portato via.....una parte importante del mio cuore......la poesia..per me è vita...come la musica stessa.....e non c'è giorno che io non ringrazi.....chi di poesia mi ciba.....
Abbiamo bisogno di Poesia, di visioni..... è soltanto lì, nello stile, nella poesia, nella visione, che la parola si svincola dal reale, che esce dall’angolo, e finendo sulla pagina diventa altro, partorisce una realtà che succede soltanto dentro le parole che la dicono...ma se ci credi veramente...la magia succede e la tua vita diventa essa stessa poesia.
Grazie Natassa è sempre un piacere ritrovare te e le tue parole...e con esse la tua anima.
ΑπάντησηΔιαγραφήΣΚΥΦΤΟΣ ΣΤΟ ΔΕΙΛΙΝΟ
Από τη συλλογή "20 Poemas de amor y una cancion deseperada"
σε μετάφραση Τάκη Βαρβιτσιώτη
στο "Πάμπλο Νερούδα - Ποιήματα", έκδοση Νεφέλη 1982.
Σκυφτός στο δειλινό ρίχνω τα δίχτυα μου θλιμμένα
στα ωκεάνια μάτια σου.
Εκεί αποσύρεται και φλέγεται μέσα στην πιο ψηλή φωτιά
η μοναξιά μου που τινάζει τα χέρια της σαν ναυαγός.
Κάνω σινιάλα κόκκινα στα μάτια σου που απουσιάζουν
και κυματίζουν σαν τη θάλασσα στα πόδια ενός φάρου.
Μόνο σκοτάδια κρύβεις μέσα σου, γυναίκα μακρινή, δική μου
κι από το βλέμμα σου αναδύεται καμμιά φορά η ακτή του τρόμου.
Σκυφτός στο δειλινό ρίχνω τα δίχτυα μου τα θλιμμένα
σ' αυτή τη θάλασσα που αναταράζει τα ωκεάνια μάτια σου.
Τα νυχτοπούλια ραμφίζουν τα πρώτα αστέρια
που σπινθηρίζουν όπως η ψυχή μου όταν σ' αγαπώ.
Καλπάζει η νύχτα στη φοράδα της τη σκοτεινή
σκορπίζοντας γαλάζια στάχυα πάνω στους αγρούς.
Αυτό είναι ένα άρθρο πάθους
και αυτό το κάνει πολύ σεβαστό.
!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!........GRAZIE...POESIA MERAVIGLIOSA....PROFONDA CHE SA DI PASSIONE ...DI AMORE....DI UN SOGNO.....UN INVOCAZIONE DI UNA DONNA....
ΑπάντησηΔιαγραφήE IO TI RISPONDO COSI'.......
Per il mio cuore basta il tuo petto,
per la tua libertà bastano le mie ali.
Dalla mia bocca arriverà fino al cielo
ciò che stava sopito sulla tua anima.
È in te l'illusione di ogni giorno.
Giungi come la rugiada sulle corolle.
Scavi l'orizzonte con la tua assenza.
Eternamente in fuga come l'onda.
Ho detto che cantavi nel vento
come i pini e come gli alberi maestri delle navi.
Coem quelli sei alta e taciturna.
E di colpo ti rattristi, come un viaggio.
Accogliente come una vecchia strada.
Ti popolano echi e voci nostalgiche.
Io mi sono svegliato e a volte migrano e fuggono
gli uccelli che dormivano nella tua anima
Neruda fa innamorare come dice De Andrè.......e l'amore è anarchia.....l'amore è un'inclinazione innata presente in ogni particella esistente. Per questo non ha bisogno di essere studiato, spiegato, insegnato, preparato. Esso è lì, visibile nell'essenza delle cose più piccole...Neruda insegna.... perché è nato ancora prima dell'uomo stesso.....