SORRY...
...UN' ITALIANA CHE PARLA DELLA GRECIA...?
Ho cercato la libertà, più che la potenza, e questa solo perché,
in parte, assecondava la prima.
Marguerite Yourcenar
Marguerite Yourcenar
Athens, 19th century |
Forse non avrete parole... per giustificare questo mio articolo... ma non è per saccenza... o per avere consensi... anzi... è un omaggio che lascio... come italiana... alla Grecia... perché la crisi di una nazione diventa la crisi di un intero sistema... e con la speranza di ritrovarci... in un prossimo viaggio... con la passione del mio cuore... con gratitudine... un plauso a voi bella gente... COMINCIAMO...Graecia capta Roman coepit”: chiunque abbia dietro le spalle lo studio del latino ricorda questa frase evocatrice di un Partenone misteriosamente vincitore, per forza di cultura, sull’armato Colosseo; e dimentica, o non sa, che solo per i nostri frettolosi studi di liceo la Grecia del Partenone è parente stretta della Grecia della storia contemporanea.
Così della Grecia noi ci portiamo appresso, in genere, un’immagine più o meno “classica”, fatta di sculture marmoree, di Iliadi, di Odissee, di smisurate tombe di Agamennone e di misteriosi detti di Socrate o di Epicuro... ma ripercorrendo eventi a ritroso capiamo... scopriamo un paese che oggi è sottovalutato e soprattutto di cui non si conosce la storia...
The beauteous temple of Epicurean Apollo |
Per Hegel, "lo spirito europeo ha vissuto in Grecia la sua gioventù".
Oggi questa intuizione può essere corroborata da nuove acquisizioni della storia e dell'archeologia, che ci permettono di capire meglio che cosa davvero significhi l'eccezionalità della Grecia nella storia delle civiltà. Perché i greci riuscirono a dar vita a una cultura diversa da tutte le altre fiorite nel corso della storia. In Grecia ci fu una vasta cerchia di uomini liberi che, attraverso un complesso percorso storico, inaugurarono libere forme di vita. "Cultura, libertà e democrazia" seguendo questo percorso, nelle sue varie fasi e nei suoi risvolti: gli aspetti politici e militari innanzitutto, a partire dal confronto con la Persia e con Roma; e poi la frammentazione e la molteplicità delle città greche, da Atene a Sparta; l'alternarsi di democrazia e aristocrazia, di rivolte e tiranni. A questo percorso è strettamente intrecciato l'aspetto economico, con la spinta dei commerci e la colonizzazione del Mediterraneo. E va tenuto conto dell'intelaiatura specificamente culturale che ispirò questa evoluzione e al tempo stesso le diede una forma e una consapevolezza: l'epica di Omero ed Esiodo, il rapporto con le divinità, l'importanza dei simposi e la nascita della filosofia...
In una fase di rivoluzione globale, comprendere le nostre radici profonde, i valori che hanno ispirato il percorso della civiltà prima greca e poi europea, è fondamentale.
Pericles |
Ladri di sogni...?
..."Per nostra fortuna", viviamo in un Paese libero, democratico, repubblicano, la cui validità è fondata, come dice la Costituzione “sul lavoro” e sull'impegno di ognuno di noi. Il fondamento essenziale per una vera democrazia consiste nella partecipazione di tutti alla vita politica della propria nazione. Se democrazia significa “governo del popolo”, questo vuol dire che tutti dobbiamo sentirci coinvolti in ciò che il governo fa o decide, negli errori che compie, negli inganni in cui si lascia trascinare, nelle truffe che alcuni suoi rappresentanti tramano ai danni dei cittadini. Invece, spesso prevale il disinteresse, l'abitudine, il “quieto vivere”. Allora invece della partecipazione, mettiamo in atto il totale disimpegno. Tutti affermiamo di volere una società più onesta e giusta e molti, a tal fine, propongono l'uso della violenza, della rivoluzione, dei cambiamenti totali e definitivi. Da una reazione simile, in realtà, non può nascere altro che un potere autoritario e quindi oppositore della libertà e della democrazia. Che la violenza produca giustizia è una pericolosa quanto mai diffusa illusione: è un mito, una falsa storia. In realtà, la violenza non produce giustizia perché uccide la libertà e produce solo insicurezza e paura. E l'insicurezza e la paura generano, come la storia ci insegna, il terrore; e dietro allo stato del terrore c'è sempre in agguato un Napoleone. La paura, dunque, è la madre del potere assoluto, dello stato totalitario. E nello stato totalitario a decidere su ciò che è giusto e su ciò che è ingiusto è chi ha il potere assoluto, senza che si possa criticare. Anzi, nello stato totalitario, chi critica viene eliminato; nello stato totalitario chi ha il potere, ha anche il potere di decidere cos'è la giustizia.
Queste sono, dunque, le conseguenze della violenza... è proprio vero che la violenza genera altra violenza... e in genere, una violenza genera sempre una violenza più grave. Ed ecco, dunque, perché le istituzioni democratiche debbono venire considerate come il bene più grande di una comunità, come la sua più alta conquista civile, da amare e difendere, in democrazia non ci sono nemici da abbattere, ci sono avversari con i quali discutere e competere civilmente. Ma le istituzioni democratiche sono come una fortezza: resistono se è buona la guarnigione... e la guarnigione è fatta dai governanti e dai governati. Ai governanti deve stare a cuore soprattutto la giustizia, la giustizia distributiva.
È l'attenzione ai problemi urgenti, quali la casa, la sanità, l'occupazione, lo sradicamento della miseria e dell'ignoranza, la prevenzione dal crimine, la difesa dell'incolumità di ogni singolo cittadino, a caratterizzare una politica razionale e responsabile. Più che politicizzare la morale, occorre moralizzare la politica. E, d'altro canto, la responsabilità dei governati sta nella loro vigile attenzione indirizzata alla salvaguardia delle istituzioni.
storia... moderna? (football fans) |
"Leonida e i suoi 300 soldati, così lontani da casa, hanno dato la vita, non solo per Sparta, ma per tutta la Grecia e per la speranza difesa da questa nazione... Un segno per tutti i Greci...
Inoltre, non c'è nessun motivo per non essere civili, non credi?"
"Nessuno, sire!"
E con questo piccolo inno all'incitamento delle coscienze... degli animi... dei cuori... avanti viaggiatori...
KALO TAXIDI... da un'italiana.
La libertà di G.G.
Vorrei essere libero, libero come un uomo.
Vorrei essere libero come un uomo.
Vorrei essere libero come un uomo.
Come un uomo appena nato che ha di fronte solamente la natura
e cammina dentro un bosco con la gioia di inseguire un’avventura,
sempre libero e vitale, fa l’amore come fosse un animale,
incosciente come un uomo compiaciuto della propria libertà...
e cammina dentro un bosco con la gioia di inseguire un’avventura,
sempre libero e vitale, fa l’amore come fosse un animale,
incosciente come un uomo compiaciuto della propria libertà...
Piece of my heart - Janis Joplin
Una terra
davanti alla quale noi tutti
dovremmo sostare in muto rispetto...
non solo perché terra di promesse nuove...
ma perché... è la tua terra...
la GRECIA... terra di suoni, di antichi miti, di amori lontani ritrovati... che impediscono al passato d'impallidire... un vademecum di sentimenti, che attraverso il “sentire” non con le orecchie ma col cuore, sprigiona dalle parole del mito, e va oltre l’ammirazione per quei luoghi resi “grandi” dall’arte e dalla storia.
Come scrive il poeta Giorgio Seferis:
“Mi duole d'aver lasciato scorrere un sì vasto fiume fra le mie dita senza averne bevuto neppure una goccia”.
Ma giunta è l'ora ormai di un mio ritorno, anche se soltanto fra le pagine di un dire che si conduce sulle note cadenzate di un syrtos che mi accompagna, fin dentro l’incanto del momento. Forse è questo che più mi piace della Grecia, la scansione meno concitata del tempo, l' ancor vivo senso dell'ospitalità, la facilità del contatto umano, la curiosità mai appagata, l'amore per la libertà; quel suo essere pietrosa e ruvida, così profondamente vissuta, culla di assopiti ricordi e di segrete memorie, i suoi paesaggi, talora aspri, nei quali si attende sempre di veder spuntare una ninfa o un satiro, il suo cielo immenso e terso, popolato di dei e d' eroi, di lotte e d' orrori, come di beltà e d'onori cosparso.
E ancor più mi piace l'azzurro dei suoi mari antichi, fragorosi d'armi e di navi, l'astrale vento che soffia impavido, ricolmo di voci e di passati richiami, e certamente l'implacabile Sole, il grande arciere del giorno, amato quasi fisicamente come un dio pagano, nella sua bellezza e nella sua luce abbagliante, colui che fuga le tenebre, colmo di forza e d'audacia, che di Febo reca l'aureo sembiante. . .
". . O Titano fulgido come l'oro, o Iperione splendore celeste
. .che coi destrieri danzando temperi le
stagioni, corridore veloce, fiammante e
giocondo auriga, che percorri la tua via col
giro del turbine infinito
. . tu con la lira d'oro l'armoniosa corsa
misuri del tempo. . ed ora spegni ed ora accendi i tuoi bei
raggi fulgenti
. . che col flagello sibilante il cocchio
incalzi".
Mi chiedo quanto sia la prodigiosa bellezza della natura, o quanto invece sia l'oscura forza dell'arcano, che in qualche modo conduce i miei passi in questi luoghi sacri che già appartennero al mito. Una risposta, se mai ci possa essere, va ricercata in quella volontà che spesso sconfina dall'umana soglia del possibile e induce ora ad accettare, ora a rifiutare l'impossibile. Come talvolta è un desiderio ignoto a impossessarsi del nostro volere assopito e approfittando del momento ci trascina nell' assoluta irrealtà in cui si rivela la sostanza dell' invisibile...
Phoebus |
E ecco già che gli antichi eroi del mito si destano e tornano ad affacciarsi dietro le quinte del teatro, al riaccendersi dei bracieri che illuminano il gran teatro dell’immaginario; ed è tutto un fragore di marosi, bizze di venti, suoni e voci, grida disperate e sbattere d’armi, d’una rappresentazione e del ritorno di un tempo che fu, e che si ripete nella quiete che precede ogni tramonto. È questo il momento più propizio ad Apollo citaredo, in grado d’incantare gli esseri viventi e la natura tutta col suono dolcissimo e ingannatore della sua cetra. Il mito narra che un giorno Marsya il Sileno, cui si attribuiva l’invenzione di un particolare flauto a due canne dal nome aulos, osasse sfidare il dio Apollo con la sua cetra, in una disputa musicale rimasta famosa...
...e Marco Aurelio... l'Imperatore...
Marco Aurelio esamina la vita degli uomini e rimane amareggiato nel vedere gli uomini come dei cagnolini che si mordono la coda gli uni gli altri. "Siamo nel mondo per reciproco aiuto; in conseguenza è contro natura ogni azione di reciproco contrasto"; questa è la comprensione e la solidarietà che propone Marco Aurelio. "Gli uomini sono nati l’un per l’altro; conseguenza: o li rendi migliori con l’insegnamento oppure sopportali". Questo perché ritiene che tutti gli altri uomini siano parte di noi, come noi siamo parte del tutto, come l’ape lo è dello sciame; di conseguenza "una cosa che non arreca utilità allo sciame non ne arreca all’ape". E su questi precetti Marco Aurelio impostò la sua vita da imperatore del più grande impero che la storia avesse mai conosciuto...
Il discorso di un uomo...
Charles Chaplin...
Mi dispiace ma io non voglio fare l'Imperatore, non è il mio mestiere, non
voglio governare e conquistare nessuno, vorrei aiutare tutti, ebrei, ariani,
uomini neri e bianchi, tutti noi dovremo aiutarci sempre, dovremo soltanto
godere della felicità del prossimo, non odiarci e disprezzarci l'un l'altro. In
questo mondo c'è posto per tutti, la natura è ricca, è sufficiente per tutti
noi, la vita può essere felice e magnifica, ma noi lo abbiamo dimenticato.
L'avidità ha avvelenato i nostri cuori, ha precipitato il mondo nell'odio, ci ha
condotti a passo d'oca a fare le cose più abbiette, abbiamo i mezzi per
spaziare, ma ci siamo chiusi in noi stessi. La macchina dell'abbondanza ci ha
dato povertà, la scienza ci ha trasformato in cimici, l'avidità ci ha resi duri
e cattivi, pensiamo troppo e sentiamo poco. Più che macchinari ci serve umanità,
più che abilità ci serve bontà e gentilezza, senza queste qualità la vita è
violenza e tutto è perduto. L'aviazione e la radio hanno riavvicinato le genti,
la natura stessa di queste invenzioni reclama la bontà nell' uomo, reclama la
fratellanza universale, l'unione dell'umanità. Perfino ora la mia voce raggiunge
milioni di persone nel mondo, milioni di uomini, donne e bambini disperati,
vittime di un sistema che impone agli uomini di torturare e imprigionare gente
innocente. A coloro che mi odono, io dico, non disperate! L'avidità che ci
comanda è solo un male passeggero, l'amarezza di uomini che temono le vie del
progresso umano. L'odio degli uomini scompare insieme ai dittatori e il potere
che hanno tolto al popolo ritornerà al popolo e qualsiasi mezzo usino la libertà
non può essere soppressa. Soldati! Non cedete a dei bruti uomini che vi
disprezzano e vi sfruttano, che vi dicono come vivere, cosa fare, cosa dire,
cosa pensare, che vi irreggimentano, vi condizionano, vi trattano come bestie.
Non vi consegnate a questa gente senza un anima, uomini macchina, con macchine
al posto del cervello e del cuore.Voi non siete macchine, voi non siete bestie, siete uomini ! Voi avete l'amore dell'umanità nel cuore, voi non odiate, coloro che odiano sono quelli che non hanno l'amore altrui . Soldati! Non difendete la schiavitù, ma la libertà! Ricordate nel Vangelo di S. Luca è scritto - 'Il Regno di Dio è nel cuore dell' uomo' - non di un solo uomo o di un gruppo di uomini, ma di tutti gli uomini. Voi, il popolo avete la forza di creare la macchina, la forza di creare la felicità, avete la forza di fare che la vita sia bella e libera, di fare di questa vita una splendida avventura. Quindi in nome della democrazia uniamo questa forza, uniamoci tutti! Combattiamo per un mondo nuovo che sia migliore, che dia a tutti gli uomini lavoro, ai giovani un futuro, ai vecchi la sicurezza. Promettendovi queste cose dei bruti sono andati al potere, mentivano! Non hanno mantenuto quelle promesse e mai lo faranno! I dittatori forse sono liberi? Perché rendono schiavi il popolo. Allora combattiamo per mantenere quelle promesse, combattiamo per liberare il mondo, eliminando confini e barriere, eliminando l'avidità, l'odio e l'intolleranza. Combattiamo per un mondo ragionevole, un mondo in cui la scienza e il progresso diano a tutti gli uomini il benessere. Soldati, nel nome della democrazia siate tutti uniti!..."
PIETA'
Pietà per la nazione i cui uomini sono pecore
E i cui pastori sono guide cattive
Pietà per la nazione i cui leader sono bugiardi
I cui saggi sono messi a tacere
E i cui fanatici infestano le onde radio
Pietà per la nazione che non alza la propria voce
Tranne che per lodare i conquistatori
e acclamare i violenti come eroi
E che aspira a governare il mondo
Con la forza e la tortura
Pietà per la nazione il cui fiato è denaro
E che dorme il sonno di quelli
con la pancia troppo piena
Pietà per la nazione
Oh pietà per gli uomini
Che permettono che i propri diritti vengano erosi
e le proprie libertà spazzate via
Patria mia, lacrime di te
Dolce terra di libertà !
L'unico vero male, origine di tutti i mali, è l'ignoranza.
Essa è l'avversario più subdolo e pericoloso degli uomini:.. come un mostro invisibile e immortale li tiene in scacco, li annulla, li inganna, li aizza, li divide e li distrugge.
E' l'Ignoranza il nostro nemico mortale... è l'ignoranza che dobbiamo combattere senza tregua, sino alla fine, anche se la lotta ci appare senza speranza.
Vi lascio con una frase di Plutarco...
"Nulla rivela meglio il carattere di un uomo quanto il suo modo di comportarsi quando detiene il potere sugli altri".
Ploutarchos Poesia tratta da "Mithistorima" GIORGOS SEFERIS |
Our land is closed, all the mountains
they have for the low roof sky day and night. We do not have rivers, we do not have source wells,
only a few tanks, and these empty, echoing and worship.
Stagnant and dull sound, equal to our loneliness
equal to our love, equal to our bodies.
We are surprised that I could build a time
houses huts and sheepfolds.
And our wedding, the fresh garlands and fingers
become inexplicable enigmas of our soul.
As they were born as they have made strong our children?
Our land is closed. Τhe close
two dark Simplegadi. Ιn ports
Sunday when we go down to breathe
see illuminated at sunset
scrap travel never completed
bodies who do not know how to love.
they have for the low roof sky day and night. We do not have rivers, we do not have source wells,
only a few tanks, and these empty, echoing and worship.
Stagnant and dull sound, equal to our loneliness
equal to our love, equal to our bodies.
We are surprised that I could build a time
houses huts and sheepfolds.
And our wedding, the fresh garlands and fingers
become inexplicable enigmas of our soul.
As they were born as they have made strong our children?
Our land is closed. Τhe close
two dark Simplegadi. Ιn ports
Sunday when we go down to breathe
see illuminated at sunset
scrap travel never completed
bodies who do not know how to love.