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Tι πιστεύουμε

Κι αν δεν μπορείς να κάμεις την ζωή σου όπως την θέλεις,
τούτο προσπάθησε τουλάχιστον όσο μπορείς:
Μη την εξευτελίζεις.

Τετάρτη 4 Ιουνίου 2014

Negativo... Positivo...

UN FILO... UN DETTAGLIO FISIOLOGICO... UN IMMAGINE...


Tu sarai amato...
il giorno in cui potrai mostrare la tua debolezza...
senza che l'altro...
se ne serva...
per affermare la sua forza...



Sono le cose che lasci.
In sospeso.
In volo a mezz'aria.
Sul ciglio della porta pronte ad uscire.
Sono quei piccoli gesti buttati lì.
Nelle carezze accennate...

nei sorrisi asciugati...
negli abbracci mancati...
Impercettibile come il movimento del cuore...
...piano come il vento, forte come il mare...
Passare sopra i ricordi in punta di piedi...
non svegliare il dolore nascosto per bene...
fuggire lontano da quello che non vuoi vedere...
Ammetto di aver lanciato in aria un sogno...
di averlo fatto volare, sospeso, immobile...
in silenzio, trattenendo il respiro...
aspettando che tu lo prenda.



Ho cercato le parole giuste, nel senso che mi sono messa a rovistare nelle tasche dei maglioni invernali convinta di poterci trovare qualche risposta.
Ho analizzato con cura ogni spazio vuoto, spostato ogni virgola messa male, eliminato i ...
punti di troppo.
Non è semplice... niente lo è quando si tratta di stendere su carta le tue emozioni e lasciare asciugare nero su bianco la verità.
Scrivere, per quello che ho potuto capire, è molto più di una serie casuale di lettere sottovuoto.
Scrivere è lo specchio con il quale vedo me stessa.
 



KUNDERA...

Leggerezza e pesantezza... anima e corpo... amore e sesso... luce e buio... spesso e sottile... caldo e freddo.... essere e non essere. In queste coppie che si oppongono tra loro cosa intendiamo come positivo e cosa come negativo?
Le prime pagine di questo libro mi hanno subito colpita appena le ho lette, ma ne è trascorso di tempo prima che riuscissi a finirlo... infatti ho provato e riprovato a leggerlo in passato, ma dopo poche pagine abbandonavo la lettura. Poi è arrivato IL momento... Era un periodo un po' cupo, di quelli che ti sorprendono a chiederti "come mai mi sento così triste se non mi manca niente in particolare?". Ed ecco il destino, il karma, il fato, o come meglio preferite chiamarlo che si prende la briga di portarmi LA risposta a quella domanda. Ed è meraviglioso quando trovi la soluzione a quel dubbio che ti era venuto troppe volte, ancor più meraviglioso se la soluzione la si trova all'interno un libro... è una magia, un incantesimo. E' una delle cose più belle che ti possa capitare, sopratutto quando vivi un momento pieno di tante cose, ma allo stesso tempo vuoto... vuoto di quel di cui realmente hai bisogno. "L'insostenibile leggerezza dell'essere" mi ha donato LA RIVELAZIONE. Una volta finito mi sono sentita più umana, perchè Kundera ha scritto ciò che ognuno di noi prova, ma non azzarda dire... ha scritto a proposito dei nostri desideri più reconditi, delle nostre emozioni più segrete. Non le accettiamo, perchè Amorali, Anormali, Anomale... ma questo siamo noi. La vertigine, quella paura che proviamo quando ci troviamo "in cima" alla montagna, in cima nella propria carriera, in cima alla gerarchia sociale, in cima alle emozioni, non è "paura" di scivolare nel burrone che guardiamo dall'alto, ma è VOGLIA... terribile voglia di caderci in quel burrone, scivolare, perdere l'equilibrio e essere travolti dalle onde, mettendo a rischio la nostra vita, la nostra dignità, i nostri valori...  perché  solo così siamo umani... solo vicino alla terra, o ancor meglio... sotterrati dalle paura, dai dubbi, dalle angosce. Solo così ci sentiamo vivi davvero ed ecco la ragione per cui, appena iniziamo a staccare i piedi dal suolo, un richiamo primordiale ci supplica di tornare ad essere chi siamo davvero: UMANI.
E' un libro che arricchisce, e, almeno nel mio caso, porta risposte.
E' stupefacente come una lettura possa cambiare il nostro modo di pensare dopo che l'ho finito mi sono posta una domanda.., cosa preferisco io? La pesantezza o la leggerezza...?





Se ogni secondo della vostra vita si ripete un numero infinito di volte, siamo inchiodati all’eternità come Gesù Cristo sulla croce. E’ un’idea terribile. Nel mondo dell’eterno ritorno... su ogni gesto grava il peso di una insostenibile responsabilità. Ecco perchè Nietzsche chiamava l’idea dell’eterno ritorno il fardello più pesante (das schwerste Gewicht). Se l’eterno ritorno è il fardello più pesante, allora le nostre vite su questo sfondo possono apparire in tutta la loro meravigliosa leggerezza... a davvero la pesantezza è terribile e la leggerezza meravigliosa? Il fardello più pesante ci opprime, ci piega, ci schiaccia al suolo... ma nella poesia d’amore di tutti i tempi la donna desidera essere gravata dal fardello del corpo dell’uomo. Il fardello più pesante è quindi allo stesso tempo l’immagine del più intenso compimento vitale. ...quanto più il fardello è pesante, tanto più la nostra vita è vicina alla terra, tanto più è reale e autentica... al contrario, l’assenza assoluta di un fardello fa sì che l’uomo diventi più leggero dell’aria, prenda il volo verso l’alto, si allontani dalla terra, dall’essere terreno, diventi solo a metà reale e i suoi movimenti siano tanto liberi quanto privi di significato. Che cosa dobbiamo scegliere, allora? La pesantezza o la leggerezza? Questa domanda se l’era posta Parmenide nel sesto secolo avanti Cristo. Egli vedeva l’intero universo diviso in coppie di opposizioni: luce-buio, spesso-sottile, caldo-freddo, essere-non-essere. Uno dei poli dell’opposizione era per lui positivo (la luce, il caldo, il sottile, l’essere), l’altro negativo.
Questa suddivisione in un polo positivo e in uno negativo può apparirci di una semplicità puerile. Salvo in un caso... che cos’è positivo, la pesantezza o la leggerezza? Parmenide rispose... il leggero è positivo, il pesante è negativo. Aveva ragione oppure no? Questo è il problema... una sola cosa è certa... l’opposizione pesante-leggero è la più misteriosa e la più ambigua tra tutte le opposizioni

A differenza di Parmenide, per Beethoven la pesantezza era a quanto pare qualcosa di positivo... la pesantezza... la necessità e il valore sono tre concetti intimamente legati fra loro... solo ciò che è necessario è pesante, solo ciò che pesa ha valore. Questa convinzione è nata dalla musica di Beethoven e, benchè sia possibile (per non dire probabile) che la responsabilità di essa ricada più sugli esegeti di Beethoven che sul compositore stesso, oggi la condividiamo più o meno tutti: la grandezza di un uomo risiede per noi nel fatto che egli "porta" il suo destino come Atlante portava sulle spalle la volta celeste... allora l’eroe beethoviano è un sollevatore di pesi metafisici?

Amor
 d'ogni forza invincibile
 Alito
 VITA
 Sostegno dell'essere,
 rinnego me stesso in te,
 pur senza gioia,
 pur senza speranza
 ognuno in te si strema!
 Eppur
 sogno ancora
 che tu mi sorrida,
 in quell'istante magico
 che il petto sconquassa il cor!
 E bramosia
 annebbia la mente
 e fugge...
 Irreale,
 d'ogni forma vestito,
 pura essenza,
 sovrasti la terra
 e noi tutti in pugno tieni!
 Se tu non fossi
 domani...
l'uomo più non sarebbe
 ed ogni cosa
 fredda e inanime parrebbe!

Kundera ha saputo mantenere intatto il pathos di ciò che, intessuto d'innumerevoli ritorni come ogni amore torturante, è pronto però ad apparire un'unica volta e a sparire, quasi non fosse mai esistito. Così tutto quello che apparentemente ci può sembrare leggero... tanto da farsi apprezzare e desiderare, con il passare del tempo mostra il suo peso insostenibile... ponendoci a una distanza di sicurezza per non farsi opprimere dalla sua gravità.
La leggerezza viene dall’unicità della vita che ci porta a trascurare l’approfondimento e l’interiorizzazione, ma evitando di prendere decisioni e posizioni... l’esistenza diventerebbe insostenibile e insopportabile.
Un concentrato di filosofia nietzschina, con l’eterno ritorno ...applicato alla quotidianità ...che ci fa rivivere infinite volte quello che abbiamo già vissuto nel passato e che tornerà ad accadere anche in futuro. ...da qui la necessità di esserci ora, di cogliere le antifone, di non perdersi nulla, di andare a fondo... l'idea dell'eterno ritorno è misteriosa e con essa Nietzsche ha messo molti filosofi nell'imbarazzo... pensare che un giorno ogni cosa si ripeterà così come l'abbiamo già vissuta... e che anche questa ripetizione debba ripetersi all'infinito! Che significato ha questo folle mito?
 Il mito dell'eterno ritorno afferma... per negazione... che la vita che scompare una volta per sempre, che non ritorna... è simile a un'ombra... è priva di peso, è morta già in precedenza, e che, sia stata essa terribile, bella o splendida, quel terrore, quello splendore... quella bellezza non significano nulla... non occorre tenerne conto, come di una guerra fra due Stati africani del quattordicesimo secolo che non ha cambiato nulla sulla faccia della terra, benché trecentomila negri vi abbiano trovato la morte fra torture indicibili... e anche in questa guerra fra due Stati africani del quattordicesimo secolo, cambierà qualcosa se si ripeterà innumerevoli volte nell'eterno ritorno?
 Sì, qualcosa cambierà... essa diventerà un blocco che svetta e perdura... e la sua stupidità non avrà rimedio... diciamo quindi che l'idea dell'eterno ritorno indica una prospettiva dalla quale le cose appaiono in maniera diversa da come noi le conosciamo... appaiono prive della circostanza attenuante... del tempo... della loro fugacità...





Oh... la fugacità del tempo, e qui il mio pensiero è rivolto al mio amato Seneca... "Non disponiamo di poco tempo, ma molto ne perdiamo... la vita non è breve, ma tale la rendiamo noi, sprecando il nostro tempo in futili attività, senza accorgerci che "mentre si attende di vivere, la vita passa, comportati così, Lucilio mio, rivendica il tuo diritto su te stesso e il tempo che fino ad oggi ti veniva portato via o carpito o andava perduto raccoglilo e fanne tesoro. Convinciti che è proprio così, come ti scrivo... certi momenti ci vengono portati via, altri sottratti e altri ancora si perdono nel vento. Ma la cosa più vergognosa è perder tempo per negligenza. Pensaci bene,  della nostra esistenza buona parte si dilegua nel fare il male, la maggior parte nel non far niente e tutta quanta nell'agire diversamente dal dovuto. Puoi indicarmi qualcuno che dia un giusto valore al suo tempo, e alla sua giornata, che capisca di morire ogni giorno? Ecco il nostro errore: vediamo la morte davanti a noi e invece gran parte di essa è già alle nostre spalle: appartiene alla morte la vita passata. Dunque, Lucilio caro, fai quel che mi scrivi: metti a frutto ogni minuto; sarai meno schiavo del futuro, se ti impadronirai del presente. Tra un rinvio e l'altro la vita se ne va. Niente ci appartiene, Lucilio, solo il tempo è nostro. La natura ci ha reso padroni di questo solo bene, fuggevole e labile: chiunque voglia può privarcene. Gli uomini sono tanto sciocchi che se ottengono beni insignificanti, di nessun valore e in ogni caso compensabili, accettano che vengano loro messi in conto e, invece, nessuno pensa di dover niente per il tempo che ha ricevuto, quando è proprio l'unica cosa che neppure una persona riconoscente può restituire"

La vita ci sfugge di continuo... tra bianco e nero... ma il tempo di cui disponiamo è sufficiente per compiere le più grandi imprese, come ricchezze immense...




                                       Favola di Acaro

Acaro era un bambino affamato di vita.
Ogni mattina a colazione mangiava due libri, uno salato e uno dolce.
Il libro salato aveva la copertina scura e raccontava tutto il male del mondo. I suoi ingredienti erano le tragedie, i soprusi, le crudeltà.
Il libro dolce, invece, aveva la copertina chiara e sapeva di miele. Parlava di sogni, di amore, delle antiche verità che l’uomo aveva dimenticato.
Acaro cresceva sano e sereno. Ma una mattina non trovò più sulla tavola la razione quotidiana di pagine al miele.
Per diventare adulto è dei libri scuri che hai bisogno, gli spiegarono i genitori, da oggi mangerai soltanto quelli.
La nuova dieta fu anche una necessità. I libri chiari erano più difficili da trovare, perché erano più difficili da scrivere. Il bene non si lascia raccontare volentieri: se si esagera col miele provoca nausea.
Perciò Acaro incominciò a mangiare soltanto il male. Conobbe la cattiveria dell’uomo in ogni sua forma, divorò con rabbia la descrizione compiaciuta di ogni dolore.
Ma dopo qualche tempo anziché tendersi come le corde di un arco, i suoi muscoli si afflosciarono e divenne un bambino grassoccio e molle. L’umore era sempre basso e rassegnati i pensieri. Non si fidava di nessuno, eppure da tutti veniva ingannato.
Aver conosciuto l’ingiustizia nei risvolti più biechi gli aveva tolto la volontà di combatterla.
Si rinchiuse in un bozzolo opaco di cinismo finché smise completamente di mangiare. Proprio lui che era stato grasso, si ridusse a un fagotto d’ossa che vagava per casa come un sonnambulo.
I genitori non potevano aiutarlo: erano sonnambuli anche loro.
Una mattina in cui rovistava in soffitta alla ricerca di un qualche sapore che gli impressionasse il palato, vide brillare una copertina chiara. Apparteneva a uno dei suoi vecchi libri. Ricominciò a sgranocchiarlo e, frase dopo frase, il suo viso riprese colore.


Fu così che Acaro imparò a digerire la vita... perché il libri scuri ti insegnano ad affrontarla... ma solo quelli chiari ti ricordano che è trasformabile dai sogni...
Fare l'amore con una donna e dormire con una donna sono due passioni non solo diverse... ma quasi opposte... l'amore non si manifesta col desiderio di fare l'amore (desiderio che si applica a una quantità infinita di donne) ma col desiderio di dormire insieme (desiderio che si applica a un'unica donna)... allora vediamo di capire il capibile.

L’essere umano non riesce a liberarsi della propria pesantezza... come  gabbia che egli stesso si erge intorno, a cui volontariamente si incatena per proteggersi dall’ angosciosa prospettiva delle sue infinite possibilità, dalla insostenibile leggerezza del suo essere? L’uomo ha bisogno di pesantezza? Abbandonandosi alla leggerezza... la vita umana perderebbe ogni ancoraggio terreno... e resterebbe a fluttuare in un vuoto privo di senso... pur se finalmente libera da ogni costrizione?
Chi è pesante non può fare a meno di innamorarsi perdutamente di chi vola lievemente nell’aria, tra il fantastico e il possibile... mentre i leggeri sono respinti dai loro simili e trascinati dalla ‘com-passione’ verso i corpi e le anime possedute dalla pesantezza... come motivi musicali che si rincorrono, si frammezzano, si accavallano, come perni cruciali attorno a cui ciascun individuo costruisce la composizione musicale della propria vita. L’uomo senza saperlo compone la propria vita secondo le leggi della bellezza persino nei momenti di più profondo smarrimento... e questo motivo... "casualmente" scelto, si trasforma ben presto in un “Es muss sein”... un “così deve essere” che muove l’esistenza dell’essere umano, convinto di agire assecondando un destino che invece egli stesso ha contribuito a crearsi, e che grava sulle sue spalle come un pesante fardello. Questo è lo stesso motivo che spinge due persone a rincorrersi, a cercarsi, a trovarsi e infine a stare insieme tutta una vita.




...non dimenticatelo, siete sempre impegnati a creare voi stessi... nella giostra delle emozioni... in ogni momento state decidendo cosa siete. 

Si voltò e lentamente tornò sui suoi passi... sulla sua strada.
Non c’era più vento, non c’ era più notte, per lei.
Andava e sapeva dove andare.
Questo era tutto.
Sensazione meravigliosa di quando il destino finalmente si schiude e diventa sentiero distinto, e orma inequivocabile, e direzione certa.
Il tempo interminabile dell’avvicinamento.
Quell’accostarsi.
Si vorrebbe non finisse mai... il gesto di consegnarsi al destino... quella è un’ emozione... senza più dilemmi.
Sapere dove e raggiungerlo.
Qualunque sia, il destino.
Lei camminava ed era la cosa più bella che avesse mai fatto.

IO SONO PARTE DI TUTTO QUELLO CHE HO INCONTRATO E CHE INCONTRERÒ… NELLO SPAZIO SENZA FINE… SONO SOLO L’OMBRA DELLA LUCE... E SONO LA LUCE STESSA.. IO SONO NIENTE E SONO TUTTO... CIO’ CHE E’ STATO E SARA’.



Non dimenticare mai che esiste il giorno e la notte...
il sole e la luna.
Ricordati sempre delle sconfitte e delle vittorie, dei dolori e delle gioie.
Non dimenticare di amare con tutto il cuore senza fingere falsi sentimenti... e soprattutto cerca di essere te stesso sino alla fine dei tuoi giorni.
Non dimenticare gli amici e i nemici e nemmeno la gente umile.
Ricorda i momenti di solitudine... ma soprattutto quelli di gioia e spensieratezza.
Non dimenticare di aver amato, nè di aver odiato senza una ragione... non dimenticare nulla di questa terra benedetta
altrimenti... le stelle cadenti ti trafiggeranno il cuore
E' molto difficile cancellare i segni profondi che gli avvenimenti hanno impresso sulla nostra anima... siamo il frutto del nostro passato, siamo la vita stessa che ci è cresciuta dentro come il fusto di un albero con i colori... i profumi e le imperfezioni che i venti e le piogge hanno fissato per sempre sulla sua corteccia... siamo anche il tempo trascorso... sta in noi scegliere se diventare uomini nuovi o rimanere vecchi come i nostri anni e i nostri ricordi.
Dobbiamo trovare il coraggio di alzare le vele e prendere i venti del destino, dovunque spingano l'imbarcazione... cercare di dare un senso alla nostra esistenza può esasperare il nostro animo ...ma una vita priva di questo significato rappresenta la tortura del desiderio e dell'inquietudine... l'ago va dove va il filo.